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SCIENZA

Spazio, sfiorata la collisione tra un satellite cinese e dei detriti russi

Nello spazio ci sono tantissimi satelliti e soprattutto detriti: Russia e Cina hanno rischiato l'incidente diplomatico per l'avvicinamento eccessivo in orbita

Collisione scongiurata nello spazio Fonte foto: 123RF

Nello spazio, come ci si è accorti da tempo, c’è un problema. Un po’ come lamentava l’avvocato/zio nel film Johnny Stecchino in relazione alla città di Palermo, c’è fin troppo traffico tra le stelle, una situazione che ha rischiato di provocare seri problemi proprio negli ultimi giorni. Un satellite cinese e alcuni detriti spaziali della Russia hanno evitato la collisione soltanto per pochi metri. Come reso noto dalla China National Space Administration, l’incontro ravvicinato dell’incerto tipo ha riguardato la tecnologia Tsinghua di cui l’ex impero celeste non smette di decantare i meriti e i rottami rimasti in orbita di un altro satellite, il russo Cosmos 1408. Bisogna anzitutto ricordare che le distanze spaziali sono sempre relative.

Il rischio maggiore di una collisione si è avuto quando Tsinghua e detriti si sono avvicinati fino a poco più di 14 metri. Magari sulla Terra possono sembrare un’enormità, ma nell’universo basta poco per provocare una catastrofe, come sa bene Elon Musk. Tra l’altro, la velocità di avvicinamento ha superato abbondantemente i 5 chilometri al secondo. Il monito è stato lanciato, in particolare, da Liu Jing, esperto di detriti spaziali che è stato poi interpellato dalla stampa cinese per approfondire la vicenda. Gli “incontri” nello spazio avvengono di solito a decine di chilometri di distanza e i 14 metri di cui si sta parlando non potevano che far scattare l’allarme.

Rischi ancora elevati

Che cosa è successo subito dopo la collisione scongiurata? In realtà i pericoli rimangono, nonostante ora la distanza sia definita “di sicurezza”. Ecco perché le probabilità che detriti e satellite siano di nuovo a pochi metri gli uni dall’altro sono alte, almeno per quel che riguarda le prossime settimane. Come amava incalzare anni fa il buon Antonio Lubrano, una domanda sorge spontanea. Di chi è la colpa di questa collisione scongiurata per una pura questione di coincidenze? Sembra che ci siano stati degli errori di calcolo, non rari quando si ha a che fare con oggetti spaziali, rottami in primis.

Le nuove distanze

Grazie ad abili manovre, ora le distanze si sono ampliate (5 chilometri), anche se la Cina non può stare tranquilla neanche un secondo. Pechino è infatti specializzata da tempo nell’invio di satelliti nello spazio e le tecnologie della nazione asiatica attualmente in orbita sono davvero tantissime. Ecco perché è stato chiesto di introdurre regole condivise con le Nazioni Unite, in modo da evitare qualsiasi impatto. Altre ipotesi sono quelle di apposite navicelle in grado di rilevare e catture i detriti, oltre ai laser che potrebbero distruggerli al momento opportuno.

Tsinghua è anche il nome di una apprezzata università cinese specializzata nello sviluppo di tecnologie avanzate. Ad esempio, il paese ha lanciato di recente in orbita un satellite che sfrutta le nanotecnologie, il primo mai messo a punto in maniera indipendente da Pechino e che fa riferimento all’ateneo. Cosmos 1408 è stato invece un satellite Elint, usato per perfezionare lo spionaggio dei segnali elettronici e lanciato nel lontano 1982 (dunque quando c’era ancora l’Unione Sovietica). I detriti continuano a vagare pericolosamente tra le stelle a distanza di tempo, la speranza è che non si ripresenti di nuovo un rischio così alto di collisione.