SCIENZA

È stata scoperta una nuova specie: ecco dove si aggira

Il bradipo dal cappuccio non è più solo: uno studio dimostra che in Sudamerica ne vive un'altra specie, che era sempre stata sotto agli occhi dei ricercatori.

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Scoprire nuove specie viventi è quasi all’ordine del giorno, talmente sono variegati gli ecosistemi di cui la Terra dispone. Però stavolta gli scienziati non si aspettavano proprio di trovare un animale che in verità è sempre stato sotto gli occhi di tutti, ma erroneamente attribuito a una specie preesistente. La scoperta è avvenuta in una piccola regione della Foresta Atlantica brasiliana (Mata Atlântica) e si tratta di un bradipo con una testa davvero strana, che somiglia a una noce di cocco.

Scoperta una nuova specie di bradipo

Non era di certo un segreto per gli scienziati che nella regione della Foresta Atlantica in Brasile vivessero i bradipi, animali che conosciamo praticamente tutti noi. Proverbiale la loro lentezza, insieme alla loro espressione tra l’apatico e il buffo. Insomma, degli animali decisamente curiosi e oggetto di interesse praticamente da sempre. In questo caso specifico parliamo della specie chiamata Bradypus torquatus (bradipo dal cappuccio), descritta per la prima volta nel lontano 1811.

In uno studio pubblicato lo scorso 19 settembre nel Journal of Mammalogy, si è arrivati a una vera svolta: i bradipi dal cappuccio non sono tutti uguali e se ne distingue una “famiglia” con caratteristiche leggermente differenti. Che, di fatto, è stata identificata come nuova specie a sé.

Sapete qual è il paradosso? Se lo zoologo britannico John Edward Gray potesse tornare in vita ve lo spiegherebbe alla perfezione. Perché fu proprio lui, già nel 1850, a identificare questa particolare specie di bradipo, distinguendola dal Bradypus torquatus e dandole persino un nome: Bradypus crinitus (bradipo dalla criniera). Ma nessuno a quei tempi gli diede ascolto, concordando sul fatto che l’esemplare da lui studiato e identificato come specie a sé in realtà fosse un comune bradipo dal cappuccio.

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Bradipo dalla criniera, lo studio

Giungere alla conclusione che i due bradipi siano specie distinte non è stato di certo una passeggiata. Come descrive bene lo studio, gli scienziati hanno dovuto effettuare numerosi test e analisi per appurare le divergenze tassonomiche tra i due animali e, quindi, stenderne una descrizione che ne evidenziasse le differenze.

Prima di tutto hanno condotto un’analisi morfologica su 24 esemplari di bradipi dal cappuccio provenienti da diverse zone della Foresta Atlantica brasiliana. Alcuni erano stati prelevati dagli stati settentrionali di Bahia e Sergipe, mentre il resto del gruppo proveniva da Rio de Janeiro e Espírito Santo nel sud. Da questa osservazione è scaturita una prima distinzione significativa: i bradipi provenienti dal sud avevano crani più piatti, mascelle più arrotondate e zigomi più larghi rispetto agli esemplari provenienti dal nord.

Ma è con la seconda parte dello studio che è arrivata la risposta definitiva. I ricercatori hanno effettuato un’analisi genetica su 55 bradipi dal cappuccio che ha rivelato “una sostanziale divergenza genetica” tra i gruppi meridionali e quelli settentrionali. Per spiegarlo in modo più dettagliato, le divergenze tra i due animali non si limitavano alla forma del cranio o del muso, ma al patrimonio genetico ereditato. Studiando un gruppo di geni mitocondriali, si sono accorti di ben 86 passaggi mutazionali che di fatto separano le due popolazioni di bradipi e – come se non bastasse – hanno appurato che questa separazione genetica tra le due specie si è verificata circa 4,24 milioni di anni fa.

Due specie a rischio a causa della deforestazione

Purtroppo c’è una cattiva notizia per il bradipo dalla criniera, un destino che condivide con il bradipo dal cappuccio. Idealmente possiamo affermare che le due specie siano separate dal Rio Doce, che funge quindi da linea di confine tra il versante meridionale e quello settentrionale e che sarebbe stato nel corso del tempo responsabile di tale distinzione. “Questa separazione è stata probabilmente ulteriormente aggravata dalla frammentazione dell’habitat antropogenico e dalla deforestazione nella Foresta Atlantica. Questi processi hanno potenzialmente limitato il flusso genico tra le popolazioni”, scrivono gli autori dello studio.

“Con la nuova disposizione tassonomica qui proposta, la distribuzione geografica di ciascuna specie diventa relativamente più piccola” e non gioca, purtroppo, a loro vantaggio. Significa che i loro habitat sono “gravemente frammentati” e si riducono sempre più all’osso, pertanto possiamo considerare le due specie di bradipo a rischio.

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