Cosa sappiamo del misterioso segnale radio registrato in Antartide e arrivato sulla Terra
Gli scienziati tentano di spiegare l'origine di un misterioso segnale radio registrato in Antartide: mette in crisi i principi della fisica
L’ultima campagna di rilevamento, condotta tra il 2006 e il 2018, ha visto l’esperimento Anita (Antarctic Impulsive Transient Antenna) sorvolare l’Antartide a 36 km di altitudine. Il tutto grazie a ben 96 antenne montante su palloni Nasa. L’obiettivo era quello di captare onde radio rifratte dal ghiaccio. Il tutto generato da raggi cosmici o neutrini di altissima energia.
Uno degli impulsi ha però colto tutti di sorpresa. È infatti giunto da 30° sotto la superficie del ghiaccio antartico. Ciò è avvenuto dopo l’attraversamento di migliaia di km di roccia. Una superficie che avrebbe dovuto assorbirlo completamento. È naturale dunque chiedersi: cos’è successo?
Un impulso oltre l’orizzonte ghiacciato
L’evento descritto, per le caratteristiche note, dovrebbe poter essere compiuto unicamente dai neutrini, ovvero particelle di fatto quasi prive di massa e senza carica. Gli scienziati di Anita hanno però escluso questa spiegazione.
Dopo anni di analisi incrociate, a caccia di una risposta, non è stato registrato alcun segnale corrispondente. L’impulso sembra riconducibile ai neutrini noti ma Stephanie Wissel della Penn University ammette, senza remore: “Con tutta probabilità non si tratta di neutrini”.
Nuove ipotesi
Si tratta di un enigma a tutti gli effetti. Dinanzi a ciò, la comunità scientifica avanza differenti teorie, per il momento prive di qualsiasi conferma sperimentale:
- neutrini inversi, ovvero particelle speculari a quelle note, in grado di attraversare la Terra in direzione opposta;
- materia oscura interagente, ovvero un tipo di particella sfuggita a ogni rilevatore convenzionale fino a questo momento della nostra evoluzione scientifica;
- universi paralleli, che rappresenta un’ipotesi estrema, che suggerisce degli impulsi provenienti da un altro universo, che vanta un tempo che scorre al contrario rispetto al nostro.
Teorie che implicherebbero una totale rivoluzione della nostra attuale concezione della fisica delle particelle.
Risolvere il mistero
Verrà lanciato Pueo, erede di Anita, che vanta una sensibilità 5 volte maggiore. È inoltre dotato di antenne di ultima generazione. Procederà a coprire un raggio di oltre 700 km d’orizzonte ghiacciato, ripetendo le misure già effettuate ma con risoluzioni mai raggiunte prima.
Ecco gli obiettivi prefissati:
- verifica della correttezza degli impulsi analoghi;
- determinazione dell’energia e della forma d’onda con una precisione al subnanosecondo;
- esclusione definitiva di artefatti o interferenze elettromagnetiche.
Qualora il segnale misterioso venisse confermato, costringerebbe i fisici moderni a rivedere differenti aspetti, come il comportamento dei neutrini ad altissima energia. Lo stesso dicasi per le proprietà della materia oscura e le chance di connessioni tra differenti continui spazio-temporali.
Ad ogni modo, l’Antartide si conferma una piattaforma incredibile per lo studio dei messaggi più remoti e criptici dell’universo. Per la comunità scientifica, infatti, il lancio di Pueo rappresenta una sfida a dir poco affascinante. Gli esperti di astroparticelle e non solo si ritroveranno lì pronti a scrutare oltre il velo di ghiaccio, nella speranza di trovare risposte a domande neanche mai poste, che gettino un po’ di luce sul mistero del nostro cosmo.