SCIENZA

Campi Flegrei, NASA e INGV svelano un nuovo metodo per prevedere i terremoti

Segnali prima di un terremoto ai Campi Flegrei: lo studio della NASA con INGV basato sul monitoraggio termico da immagini satellitari rivoluziona la previsione delle scosse

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L’aumento della sismicità nell’area dei Campi Flegrei e il fenomeno del bradisismo rendono fondamentale il monitoraggio costante per individuare segnali precursori di possibili terremoti. Potrebbero esserci buone notizie sotto tale aspetto grazie all’individuazione di un sistema innovativo in grado di prevedere le scosse.

Segnali prima di un terremoto: metodo rivoluzionario per l’allerta sismica

Una recente ricerca condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con la NASA ha individuato un nuovo metodo di monitoraggio termico basato su immagini satellitari raccolte dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Tutto ciò rappresenterebbe un passo avanti significativo nella previsione dei terremoti nei Campi Flegrei.

Lo studio, pubblicato su Remote Sensing Letters, descrive l’utilizzo di dati termici raccolti dal sensore ECOSTRESS, sviluppato dalla NASA-JPL e installato sulla ISS. Si tratta di uno strumento in grado di stimare la temperatura superficiale terrestre con una risoluzione di circa 70 metri e di effettuare misurazioni ripetute nell’arco di pochi giorni. Grazie a queste capacità, i ricercatori hanno potuto identificare anomalie termiche nell’area della Solfatara, uno dei punti caldi dei Campi Flegrei, mettendole in relazione con l’attività sismica.

Secondo gli scienziati, le variazioni di temperatura osservate nelle settimane e nei giorni precedenti a eventi sismici significativi suggeriscono un possibile legame tra l’aumento del calore superficiale e il rilascio di energia sotterranea. Se confermato, questo metodo potrebbe migliorare l’allerta sismica, consentendo di prevedere con maggiore precisione l’arrivo di scosse di rilievo.

Le scoperte più significative sui Campi Flegrei

L’analisi dei dati raccolti tra il 2021 e il 2024 ha rivelato che alcuni dei terremoti più intensi registrati nei Campi Flegrei sono stati preceduti da variazioni anomale di temperatura. Ad esempio, prima del sisma di magnitudo 4.4 del 17 maggio 2024, i ricercatori hanno osservato un aumento di temperatura di circa 5 °C tre giorni prima dell’evento. In modo analogo, il terremoto di magnitudo 4.2 del 27 settembre 2023 è stato preceduto da un’anomalia termica superiore ai 7 °C registrata il 21 settembre.

L’INGV ha utilizzato due diversi metodi statistici per analizzare le serie storiche di temperature e ha riscontrato che entrambi evidenziavano le stesse anomalie: aumenta, pertanto, la fiducia nella validità del modello. Oltre alle variazioni di temperatura, anche l’innalzamento del suolo, fenomeno tipico del bradisismo, e l’aumento delle emissioni di anidride carbonica sono stati considerati indicatori di un’intensificazione dell’attività sismica.

Un futuro più sicuro grazie alla tecnologia spaziale

L’uso dei dati satellitari per il monitoraggio sismico rappresenta una svolta significativa per la scienza e per la sicurezza delle popolazioni che vivono in aree vulcaniche attive come i Campi Flegrei. La collaborazione tra NASA e INGV dimostra come la tecnologia spaziale possa offrire strumenti sempre più avanzati per comprendere e prevedere i fenomeni geofisici terrestri. “La capacità di rilevare variazioni termiche con giorni o settimane di anticipo rispetto a un terremoto ci dà maggiore fiducia nel possibile utilizzo di questo metodo per l’allerta sismica”, ha dichiarato Cristiano Fidani, uno dei ricercatori dell’INGV coinvolti nello studio.

Anche se ulteriori ricerche saranno necessarie per confermare il legame tra anomalie termiche e terremoti, i risultati finora ottenuti sono promettenti. Qualora il metodo si rivelasse affidabile su larga scala, potrebbe diventare uno strumento essenziale per la prevenzione dei disastri naturali in aree vulcaniche ad alto rischio sismico.

Monitoraggio termico e previsione dei terremoti

Il bradisismo e gli sciami sismici nei Campi Flegrei sono fenomeni complessi e imprevedibili ma, grazie alla combinazione di monitoraggi tradizionali e nuove tecnologie spaziali, la scienza sta facendo passi da gigante nella comprensione dei segnali prima di un terremoto. L’innovativo metodo sviluppato da INGV e NASA potrebbe rappresentare un punto di svolta nella previsione dei terremoti, offrendo nuove speranze per la sicurezza delle comunità locali.

Mentre l’osservazione dell’area flegrea prosegue senza sosta, l’impiego dei dati termici della ISS potrebbe presto diventare una delle tecniche più efficaci per consentire di ridurre i rischi legati alle scosse e migliorare la resilienza delle popolazioni che vivono in prossimità di questa potente caldera vulcanica.

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