Quanto potrebbero durare i terremoti di Santorini? Si parla già di "crisi sismica"
Le scosse a Santorini, iniziate a fine gennaio, potrebbero continuare per settimane: la crescente intensità suggerisce che lo sciame sismico potrebbe durare ancora a lungo
![Continuano le scosse a Santorini: quanto dureranno i terremoti?](https://wips.plug.it/cips/tecnologia/cms/2025/02/terremoti-santorini.jpg?w=738&a=c&h=415)
La terra trema e la Grecia sembra prepararsi al peggio: purtroppo, da una settimana, attorno a Santorini si stanno rilevando centinaia di eventi sismici e nella notte tra l’8 e il 9 febbraio è stata registrata una scossa di magnitudo 4.7, ufficialmente una delle più forti mai avvenute sull’isola. L’epicentro di questa scossa, per la precisione, è stato localizzato a quasi 22 chilometri di profondità nel tratto di mare che si trova a nord-est di Santorini.
Non sono stati riportati danni a cose o a persone, ma stanno sorgendo sempre più domande su cosa accadrà e su quanto dureranno le scosse. Inoltre, è stato dichiarato lo stato d’emergenza per prepararsi all’eventualità di un terremoto di intensità maggiore.
Cosa sta succedendo a Santorini?
Dal 27 gennaio 2025, Santorini è stata scossa da un’intensa attività sismica. Inizialmente, gli eventi avevano magnitudo inferiore a 3, ma dal 29 gennaio la situazione è cambiata. Il 5 febbraio, sono stati registrati oltre 1.000 terremoti con magnitudo superiore a 2, di cui novanta tra 4.0 e 4.9 e tre pari o superiori a 5.0. La profondità massima è stata di 35 km, con la maggior parte dei terremoti a circa 10 km di profondità.
Il 5 febbraio, un terremoto di magnitudo 5.2 si è verificato al largo, costringendo oltre 11.000 persone a lasciare l’isola. Nonostante l’intensificarsi delle scosse, non sono stati registrati danni significativi o feriti gravi, sebbene si siano verificati alcuni piccoli smottamenti rocciosi.
Perché la terra trema e quanto dureranno i terremoti?
Santorini si trova in una zona sismicamente attiva, situata lungo la zona di faglia Santorini-Amorgos, nota per la sua capacità di generare terremoti di elevata magnitudo. Recenti studi geologici hanno evidenziato una faglia con una superficie esposta di recente alla base del fondale marino, compatibile con il sisma del 1956: queste strutture tettoniche fanno parte di un sistema di faglie normali orientate nord-est/sud-ovest, responsabili della subsidenza e dell’estensione crostale nell’area.
Le analisi geofisiche indicano che il comportamento di queste faglie è influenzato sia dalla tettonica estensionale sia dall’interazione con fluidi profondi, il che potrebbe spiegare la natura dello sciame sismico in corso. Secondo gli esperti, la durata delle scosse sismiche a Santorini potrebbe estendersi ancora per alcune settimane.
Più precisamente, il geofisico Kostas Papazachos ha dichiarato che ci si potrebbe aspettare una sequenza di scosse di assestamento, che probabilmente diminuiranno lentamente nel tempo, ma potrebbero continuare almeno fino ai primi giorni di marzo. Nonostante l’incertezza riguardo alla durata esatta, è stato osservato che sciami sismici simili in passato, sebbene inizialmente intensi, si sono esauriti senza innescare terremoti di maggiore magnitudo.
Come si sta preparando la Grecia
Chiaramente, la situazione rimane monitorata costantemente dai sismologi e le autorità sono pronte ad agire in caso di eventi più forti. Per la precisione, le autorità greche hanno dichiarato lo stato di emergenza fino al 3 marzo, per «far fronte a necessità straordinarie e gestire le conseguenze dell’attività sismica». Sono state adottate misure preventive, tra cui la chiusura delle scuole a Santorini, Amorgos, Anafi e Ios fino al 14 febbraio.
È stato inoltre chiesto alle persone di evitare grandi assembramenti in spazi chiusi e di tenersi lontani dai porti di Fira e Amoudi. Inoltre, è stato consigliato di non sostare vicino a edifici abbandonati o pericolanti a causa della possibile caduta di massi e di evitare di rimanere sulla costa. Ancora, sono state mobilitate squadre specializzate dei vigili del fuoco, unità cinofile per la ricerca di persone sotto le macerie e allestite tende in luoghi elevati rispetto al livello del mare per accogliere eventuali sfollati in caso di evacuazione.