Siccità, qual è la situazione idrica dell'Italia ora? Le Regioni rimaste senza acqua
La situazione idrica in Italia non promette nulla di buono: un'analisi di Coldiretti spiega quali sono i rischi per Sicilia, Sardegna, Basilicata e Puglia.
Coldiretti ha pubblicato un nuovo rapporto su uno dei temi caldi di questo periodo: la situazione idrica del nostro Paese e le Regioni più a rischio, rimaste senza acqua o comunque molto vicine a una situazione limite. Il focus, come prevedibile, è incentrato principalmente sul Sud Italia “dove la mancanza di pioggia e le carenze delle infrastrutture idriche stanno facendo strage di coltivazioni e di animali”, si legge.
Il rapporto Coldiretti sulla situazione idrica in Italia
La Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti parla di “dramma siccità nelle Regioni del Sud Italia” e, dunque, di un vero e proprio “allarme”. Dati alla mano, Coldiretti ha pubblicato un nuovo rapporto che mette in evidenza i rischi per coltivazioni e allevamenti dopo mesi tra i più caldi mai registrati in Italia, “con una temperatura di 1,67 gradi superiore alla media degli ultimi duecento anni, secondo dati Isac Cnr”.
Coldiretti pone l’accento sulla carenza di piogge e la conseguente mancanza di acqua nelle infrastrutture idriche che “sta facendo strage di coltivazioni e di animali, con i raccolti praticamente azzerati, mentre gli agricoltori sono costretti a ricorrere alle autobotti per salvare quel poco che è ancora rimasto”.
Quali sono le Regioni più a rischio
L’allarme di Coldiretti si concentra in particolare sulla situazione in Sicilia, Sardegna, Basilicata e Puglia. “In Sicilia grano, cereali e foraggi fanno registrare un calo con punte del 100% mentre gli allevatori devono fare i conti con i ritardi della politica nel dare il via libera ai voucher fieno, la misura ottenuta dalla Coldiretti dopo la grande mobilitazione di Palermo, a causa della mancanza del numero legale nella terza commissione della Regione Siciliana. Ma l’assenza di pioggia sta colpendo anche gli alberi da frutto e minaccia vigne e uliveti”, recita il rapporto.
La situazione in Sardegna non è meno preoccupante, dal momento che si contano scorte d’acqua sufficienti soltanto fino al mese di agosto. “L’acqua nelle campagne è razionata e per abbeverare gli animali nelle stalle sono costrette a intervenire le autobotti, mentre i costi dei foraggi sono andati alle stelle considerata l’ormai scarsissima disponibilità”, spiega Coldiretti aggiungendo che a essere maggiormente colpiti sono gli ortaggi e gli alberi da frutto, oltre alle vigne. “Rispetto allo scorso anno, quando la media di riempimento degli invasi era l’81% della portata massima, oggi è del 65%. In particolare in tutta la costa orientale dell’Isola, da nord (Gallura) sino al Sud (Baronia, Ogliastra e Sarrabus)”, si legge.
Nella provincia di Potenza, in Basilicata, si registrano ingenti danni alle coltivazioni di cereali (grano, in particolare) che hanno spinto gli agricoltori a rinunciare alla trebbiatura “perché si sarebbero generati solo costi aggiuntivi”. A soffrire della crisi idrica sono anche gli allevamenti e le colture primaverili estive, inclusa la “produzione olivicola nelle aree collinari”.
Infine la situazione in Puglia, dove “mancano 154 milioni di metri cubi d’acqua”. Coldiretti sottolinea una forte criticità nella provincia di Taranto “dove le condotte del San Giuliano e del Sinni sono a secco”, mettendo così a rischio agrumeti, campi di avena, oliveti, frutteti, colture orticole e piantagioni di angurie: “Dall’invaso di San Giuliano in Basilicata dovrebbero essere erogati ogni giorno 1.000 litri di acqua che spesso non arrivano, mentre nei campi si registra una siccità prolungata che si è manifestata già dall’inverno scorso”.
Se è vero che l’analisi di Coldiretti si concentra principalmente sul Sud Italia e Isole, d’altro canto la situazione non risulta migliore al Nord, dove i danni causati dal maltempo hanno avuto proporzioni enormi. Il report si riferisce alle “diciannove devastanti grandinate che si sono abbattute su Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Marche, colpendo ortaggi, grano, girasoli e vigne”. Tutto questo ha portato a ritardi nelle semine oltre a cali di produzione: a causa dell’acqua che ha invaso i terreni, gli agricoltori non riescono a correre ai ripari e non possiedono le risorse necessarie per ripristinare terreni resi inagibili dal fango.