SCIENZA

In Sicilia le spiagge stanno scomparendo, l'allarme: cosa sta succedendo?

L'erosione delle coste siciliane è ormai costante e inarrestabile: gli esperti lanciano l'allarme, perché molte delle spiagge dell'isola rischiano di sparire.

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La Sicilia è una delle mete turistiche più rinomate d’Italia, sia per il suo patrimonio gastronomico che per le splendide spiagge: sono moltissimi, sia italiani che stranieri, coloro che la scelgono per le proprie vacanze estive. Ma quella che è una preziosissima risorsa naturale rischia di scomparire per sempre. Gli esperti lanciano l’allarme: tante spiagge siciliane sono in pericolo e presto potremmo perderle. Scopriamo che cosa sta succedendo.

L’erosione delle coste siciliane

Il fenomeno dell’erosione, dovuta all’azione dell’acqua, è una cosa del tutto naturale: da millenni, le spiagge subiscono un continuo e inarrestabile “logorio” che, almeno in base alle leggi della natura, trova parziale compensazione dal gioco di venti e maree in grado di restituire la sabbia che il mare si è portato via. Ma l’intervento umano ha interrotto questo delicato equilibrio, portando a quella che è una graduale – e ormai sempre più rapida – scomparsa delle spiagge. Ciò è quanto mai vero in Sicilia, dove l’erosione è diventata un’emergenza alla quale l’amministrazione sta cercando di far fronte.

I dati sono allarmanti: si parla di un arretramento medio delle spiagge di circa 7 metri negli ultimi 20 anni. Che, moltiplicati per l’intera lunghezza delle coste siciliane, fa una quantità spropositata di sabbia. Inoltre, come rivelano alcune recenti indagini condotti da associazioni ambientaliste presenti sul territorio, oltre 800 km di litorale (su un totale di 1.623 km) sono a rischio erosione. Eppure, i gestori degli stabilimenti balneari continuano a chiedere una proroga delle loro concessioni, nonostante alcune di esse siano ormai in mare aperto, non esistendo più la spiaggia su cui insistevano.

La situazione nelle principali città

La Sicilia potrebbe dunque perdere alcune delle sue spiagge più belle. E gli esempi sono, purtroppo, tantissimi: a Eraclea Minoa, piccola frazione costiera in provincia di Agrigento, il lido – un tempo molto frequentato – è ormai quasi completamente inesistente. Tutto questo, tra l’altro, nonostante siano state in passato costruite delle barriere proprio per proteggere la spiaggia. Il fenomeno prosegue da anni ed è chiaro che non lo si può arrestare così facilmente. In tutta la provincia agrigentina, d’altra parte, la situazione è allarmante: il 42% della costa cittadina è considerata a rischio crolli e non è più balneabile.

A Trapani, alcuni interventi di urbanizzazione risalenti agli anni ’60 hanno drammaticamente peggiorato il problema. In quel periodo sono stati costruiti interi quartieri sul sistema delle dune della spiaggia di San Giuliano e persino una strada provinciale che, almeno due volte l’anno, diventa impraticabile perché ricoperta di sabbia. Oggigiorno, la spiaggia è ridotta ad appena una trentina di metri e ogni anni l’erosione continua a ridurre la battigia. Situazione simile anche a Palermo e provincia: qui è emblematico il caso di Trabia, dove il litorale è stato affollato di villette costruite praticamente sulla spiaggia, aumentando esponenzialmente il fenomeno erosivo.

Nella provincia di Messina, invece, le aree più a rischio sono quelle di Sant’Agata di Militello, Gioiosa Marea e Capo d’Orlando. Infine, le isole minori: le Eolie non sono esenti dal problema dell’erosione, in particolar modo per quanto riguarda l’isola di Salina. Qui si trova la celebre spiaggia di Pollara, dove sono state girate alcune riprese del film Il Postino, con Massimo Troisi. Ormai non resta che un piccolo angolo di battigia, destinato anch’esso a scomparire. “Penso anche a Canneto, Acquedolci o al lungomare di Filicudi. Il processo erosivo è in atto e bisogna attrezzarsi per questa nuova realtà” – ha affermato Riccardo Gullo, sindaco di Lipari.

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