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Starlink manda in orbita i satelliti di seconda generazione

I 54 nuovi satelliti mandati in orbita consentiranno all’azienda di Elon Musk di ampliare e potenziare la sua rete Internet dal cielo

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Fonte: SpaceX

Alle 4.34, ora di Cape Canaveral in Florida (le 10.34 in Italia) del 28 dicembre SpaceX ha lanciato in orbita ben 54 nuovi satelliti Internet di seconda generazione per la sua rete Starlink. Il lancio è stato eseguito sfruttando il razzo Falcon 9 che circa 8 minuti dopo è tornato sulla terra, per la precisione nell’Oceano Atlantico, dove è stato recuperato dalla nave Shortfall Of Gravitas, di proprietà di SpaceX.

Starlink potenzia la rete Internet satellitare

Il Falcon 9 utilizzato per quest’ultimo lancio non è nuovo a missioni del genere, in quanto era già stato utilizzato per altre 5 volte dalla stessa Starlink. Inoltre, è servito anche per il lancio di due satelliti GPS mandati in orbita dagli Stati Uniti e per il satellite commerciale Nilesat 301. Falcon 9 ha inoltre trasportato due gruppi di facoltosi astronauti occasionali nelle missioni Inspiration4 e Ax-1.

Falcon 9 potrebbe presto essere sostituito dal nuovo ed enorme razzo Starship che SpaceX prevede di utilizzare per i prossimi lanci, appena sarà concessa l’approvazione dalla FCC (che attende da 18 mesi) per farlo volare nello spazio.

Con questo ultimo lancio andato a buon fine salgono a 60, nel solo anno 2022, i lanci dei satelliti destinati a fornire Internet satellitare di SpaceX. Un nuovo record, che è in pratica quasi il doppio di quello stabilito nel 2021 (31 lanci).

I satelliti di seconda generazione

I nuovi satelliti di seconda generazione sono più potenti rispetto ai 3.300 di prima generazione, che orbitano già sopra le nostre teste. Il nuovo lancio, come ha spiegato Anderson, è dovuto al fatto che la rete Internet satellitare sta attualmente affrontando problemi di congestione del traffico. Non a caso qualche tempo fa Starlink aveva annunciato di dover limitare il traffico veloce dei propri utenti a 1 TB al mese.

In caso di superamento di tale limite, quando si verificano momenti di carico intenso, la loro connessione potrebbe essere rallentata o anche colpita da interruzioni.

Se questa limitazione aveva fatto storcere il naso a molti utenti, c’è da ammettere comunque che dalle parti di Redmond (sede di Starlink) non sono di certo rimasti con le mani in mano e hanno cercato di risolvere il problema. La soluzione trovata sta in questa nuova generazione di satelliti, in grado di gestire picchi di traffico superiori.

Ma non solo: questi nuovi satelliti di seconda generazione, secondo Elon Musk, sono in grado di inviare una connessione a banda larga dallo spazio direttamente allo smartphone dell’utente.

Questo quindi segna una profonda svolta nel servizio Internet via satellite come lo conosciamo oggi, che per essere utilizzato necessita di una parabola satellitare da installare sul tetto di casa, o su quello del camper se si attiva un abbonamento ad hoc per questo particolare utilizzo.

Altri satelliti Gen 2 pronti al lancio

Bisogna sottolineare che questo sarà solo il primo di una lunga serie di lanci di satelliti di seconda generazione. Infatti lo scorso 1° dicembre la FCC statunitense (Federal Communications Commission) ha approvato la richiesta di Starlink di mandare in orbita bassa ben 7.500 satelliti di seconda generazione.

A dire il vero questa concessione da parte della FCC è solo parziale, in quanto l’azienda di Elon Musk ne voleva spedire nello spazio ben 30 mila.

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