SCIENZA

Strani fuochi d'artificio sono apparsi nel cielo, si sono formati attorno a una stella

Sembrano formare una strana clessidra luminescente: i fuochi d'artificio "celestiali" avvistati da James Webb sono spettacolari ma anche rivelatori

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Fonte: NASA, ESA, CSA, STScI

Non è un caso se continuiamo a interessarci alle immagini fornite dal telescopio spaziale James Webb: ogni scatto è ricco di suggestioni, di colori vividi e di meraviglie che aumentano l’interesse verso il Cosmo. Uno dei più particolari è, probabilmente, quello che ritrae una serie di “fuochi d’artificio” galattici, che si formano attorno a una giovane stella nascente.

Senza dubbio si tratta di uno spettacolo celestiale davvero straordinario, che suscita immediatamente un forte stupore, ma è ancor più emozionante sapere che il fenomeno immortalato offre agli scienziati una vista senza precedenti dei processi che governano la nascita delle stelle e dei sistemi planetari, grazie alla presenza di dettagli mai visti prima.

Lo scatto di James Webb

Come spiega il report del NASA Webb Mission Team, l’immagine è stata catturata all’interno di una regione galattica chiamata NGC 346, ammasso aperto circondato da una nebulosa nella Piccola Nube di Magellano, nella costellazione del Tucano. Logicamente caratterizzata da fitte coltri di gas e polvere, la regione è risultata a lungo nascosta agli strumenti umani.

Questo finché, grazie alle avanzate capacità infrarosse di Webb, si è rivelata una visione dettagliata dell’attività esplosiva che si verifica nelle fasi iniziali della formazione stellare. Lo scatto è stato ottenuto usando lo strumento MIR, che ha permesso di visualizzare in dettaglio le dense aree di polvere cosmica e i getti caldi e luminosi emessi dalle stelle neonate.

Offre inoltre una risoluzione straordinaria, mostrando la configurazione tridimensionale della nube di gas e il movimento dinamico dei getti che si espandono nell’ambiente circostante. Il telescopio ha permesso agli scienziati di studiare questi fenomeni con una precisione mai raggiunta prima, rendendo possibile l’osservazione di dettagli nascosti nel cuore della formazione stellare.

Cosa sono i fuochi d’artificio celestiali?

Come abbiamo accennato, dunque, i fuochi d’artificio osservati da Webb sono il risultato di un processo complesso che avviene durante la formazione delle stelle. Si tratta di getti di gas e polvere che vengono espulsi con una forza incredibile dalle protostelle, giovani corpi celesti ancora in evoluzione.

Questi getti vengono lanciati dai poli delle stelle in via di sviluppo, mentre il materiale in eccesso viene espulso attraverso il processo di accrescimento, in cui la stella raccoglie massa da un disco di polvere e gas circostante. La dinamica di questi getti è legata al momento in cui il corpo celeste si forma e inizia a riscaldare il materiale circostante.

La materia espulsa crea una sorta di spettacolo luminoso che si irradia nello spazio, visibile soprattutto nelle lunghezze d’onda infrarosse. Uno spettacolo che, va ricordato, non è solo straordinario ma rappresenta anche un segno del continuo e turbolento processo di formazione stellare, che richiede milioni di anni per completarsi.

Cosa ci dice lo scatto sulle protostelle?

L’immagine catturata dal telescopio Webb offre agli scienziati nuove conoscenze sulla nascita delle stelle e dei sistemi planetari. Mostra infatti che i getti non sono semplicemente un fenomeno casuale, ma una parte integrata del ciclo di vita di una stella e che ancora c’è molta strada da fare prima di comprendere un processo altamente dinamico e per certi versi imprevedibile.

I dati raccolti, inoltre, offrono nuove intuizioni su come le protostelle interagiscano con il materiale circostante e su come questo influenzi la loro crescita e lo sviluppo del sistema planetario che le circonda. Infine, secondo il NASA Webb Mission Team, le informazioni dello scatto potrebbero contribuire a spiegare alcuni degli aspetti più misteriosi dell’evoluzione stellare, come la formazione di oggetti planetari e la dinamica dei dischi protoplanetari.

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