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Switch Off: quante TV smetteranno di funzionare

Le parole del ministro Urso riaccendono il dubbio in milioni di italiani: quando dovranno cambiare la TV e, soprattutto, quante sono veramente le TV non compatibili con il DVB-T2?

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Dopo l’annuncio sul passaggio dei primi canali RAI al codec HEVC Main-10 (quello del Digitale Terrestre di seconda generazione DVB-T2), fatto la settimana scorsa in Commissione Vigilanza RAI dal Ministro del Made in Italy Adolfo Urso, è tornato a circolare il solito dubbio: a Switch Off terminato, quante saranno le TV inutilizzabili?

Chi dovrà cambiare TV, quale modello dovrà comprare? E’ vero che esistono famiglie italiane che non hanno nemmeno un apparecchio compatibile con il DVB-T2 e che, di conseguenza, a Switch Off eseguito non vedranno più nulla?

Gran parte di queste domande trovano risposta nell’ultimo "Report dotazioni tecnologiche delle famiglie italiane" di Auditel, la società che effettua le rilevazioni dello share dei programmi televisivi. Il report ha dati aggiornati ad aprile 2023, raccolti tramite 20.000 interviste ogni anno, quindi è molto affidabile.

Quante TV non sono compatibili DVB-T2

Su 23,8 milioni di famiglie in Italia, solo 650 mila (2,7%) non hanno nemmeno una TV, ma non tutte quelle che ne hanno una sono pronte allo Switch Off.

Al contrario, ben 6 milioni di famiglie (pari ad un elevatissimo 25%, cioè una famiglia su quattro) non sono dotate di una TV compatibile con lo standard DVB-T2. Se consideriamo le sole TV presenti nelle prime case, quindi, in Italia ci sono 27,9 milioni di TV pronte allo Switch Off e 14,5 milioni di TV che diventeranno inutilizzabili al passaggio al Digitale Terrestre di seconda generazione.

Quello che il report di Auditel non precisa, invece, è quanti di quei 14 milioni di televisori non compatibili con il DVB-T2 siano già collegati ad un decoder esterno che li rende compatibili. Per guardare i programmi trasmessi in HEVC Main-10, infatti, non è strettamente necessario avere una Smart TV recente.

Cosa serve per il DVB-T2

Il DVB-T2, in estrema sintesi, è un segnale radio Digitale Terrestre codificato con il codec HEVC Main-10, a risoluzione HD o superiore. Per captarlo non serve un’antenna particolare, ma per decodificarlo servono apparecchiature specifiche.

Tutte le TV recenti, vendute da fine 2018 in poi, per legge devono essere compatibili con il DVB-T2 e, di conseguenza, quasi sempre lo sono. Le poche eccezioni sono gli scarti di magazzino venduti tra fine 2018 e inizio 2019, ma non si tratta di molti apparecchi.

Se una TV non è compatibile con il DVB-T2, ma ha una risoluzione almeno HD, potrà essere usata lo stesso per vedere i programmi trasmessi in HEVC Main-10: basterà collegarla, tramite cavo HDMI, ad un decoder esterno. Poi si dovrà collegare il cavo dell’antenna al decoder.

Il decoder, posizionato in mezzo tra l’antenna e la TV, farà la decodifica del segnale che la TV non riesce a fare. L’importante è scegliere decoder compatibili con il DVB-T2: ce ne sono moltissimi sul mercato e i prezzi non sono elevati.

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Quando arriva il DVB-T2

I 6 milioni di famiglie italiane che non hanno ancora apparecchi compatibili con il DVB-T2, a partire da gennaio 2024 inizieranno a non vedere più alcuni canali: si tratta di parte dell’offerta RAI, che verrà spostata in un MUX apposito che verrà trasmesso solo in DVB-T2.

A partire da gennaio 2024, quindi, inizieranno i primi problemi e, gradualmente, nei mesi successivi altre emittenti passeranno i loro canali al nuovo standard.

Prima di gennaio il Ministero per le Imprese e il Made in Italy pubblicherà una nuova roadmap con i tempi (si spera definitivi) del passaggio di tutti i canali al Digitale Terrestre di seconda generazione DVB-T2 codificano in HEVC Main-10.

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