Pezzotto, il TAR conferma: calcio d'inizio per la piattaforma
Respinto il ricorso di Assoprovider: la piattaforma anti-pezzotto Piracy Shield è pienamente legittima, il 31 gennaio può essere attivata
Il blocco delle trasmissioni di flussi di dati pirata deciso dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), che sarà il cuore della piattaforma anti streaming pezzotto “Piracy Shield” che dovrebbe entrare in funzione il 31 gennaio, è del tutto legittimo, quindi il nuovo sistema contro la pirateria audio-video può essere avviato.
Lo ha deciso, con la sentenza 1223 del 22 gennaio 2024, il Tribunale Amministrativo del Lazio rispondendo al ricorso di Assoprovider-Associazione Provider Indipendenti, che riteneva illegittime le recenti modifiche del Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, quelle appunto con cui viene introdotto il Piracy Shield.
TAR: l’AGCOM può oscurare
In particolare, il Tribunale Amministrativo ha confermato che l’AGCOM ha il potere legittimo di oscurare i siti pirata, o meglio di imporne l’oscuramento ai provider, che dovranno farlo entro 30 minuti.
Assoprovider riteneva che questo obbligo violasse la libertà d’impresa degli Internet Provider italiani e che li gravasse con un compito che non spettava a loro.
I provider, in estrema sintesi, non volevano vedersi addossata la responsabilità della disattivazione e dell’oscuramento dei flussi di dati del pezzotto. Anche perché, se per un motivo o per l’altro tale oscuramento non riesce, poi proprio i provider potrebbero passare guai.
La piattaforma è legittima
Altro aspetto molto importante che è stato chiarito dal TAR è quello sulla legittimità della piattaforma Piracy Shield, che è stata confermata dai giudici.
Tale piattaforma, in realtà, è stata realizzata da SP Tech Srl, la start up innovativa che fa capo allo Studio Legale Previti, per conto della Lega Serie A del calcio italiano (l’associazione più danneggiata dal pezzotto).
La Lega poi l’ha regalata all’AGCOM, che l’ha poi finalizzata con la collaborazione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
Secondo Assoprovider non era legittimo usare una piattaforma privata, messa a punto per tutelare interessi privati, per contrastare un fenomeno pubblico complesso come la pirateria elettronica audio-visiva. Ma il TAR del Lazio ha dato torto ad Assoprovider anche su questo.
Piracy Shield: si parte il 31 gennaio
A questo punto non ci sono all’orizzonte ulteriori ostacoli all’avvio, già rinviato in passato, della nuova piattaforma anti pezzotto Piracy Shield. Sarà quindi attivata il 31 gennaio 2024 e da quel giorno potremo sapere se funziona, come e quanto.
In estrema sintesi, e con un minimo di approssimazione, la piattaforma serve all’AGCOM a ricevere le segnalazioni dei flussi pirata da parte dei titolari dei diritti d’autore e a rigirarle dopo un rapido controllo a tutti gli Internet Provider in quel momento coinvolti nel passaggio dei dati illegali.
A questo punto gli Internet Provider hanno un massimo di 30 minuti per stroncare quel flusso di dati, interrompendo la trasmissione e, di conseguenza, la visione della partita, del film o di qualunque altro contenuto pirata.