Il tè purifica l'acqua dai metalli pesanti con una semplice infusione
Secondo un nuovo studio, il processo di preparazione del tè contribuisce a ridurre notevolmente la concentrazione di metalli pesanti nell'acqua.
Il tè è considerato da sempre una bevanda dagli effetti terapeutici, un toccasana anche per chi vuole semplicemente concedersi una pausa di relax dopo una giornata stressante. Se questi effetti erano già noti, un nuovo studio ha posto l’attenzione su un aspetto più strettamente scientifico del tè, il cui processo di preparazione consentirebbe di purificare l’acqua potabile da una significativa quantità di metalli pesanti.
Il nuovo studio sul tè
Lo studio dal titolo Brewing Clean Water: The Metal-Remediating Benefits of Tea Preparation, pubblicato su ACS Food Science & Technology, è stato condotto da un team di scienziati della Northwestern University di Evanston, Illinois.
“Lo studio dei materiali assorbenti raramente si estende oltre i sistemi ingegnerizzati – si legge nell’abstract -. Questa ricerca esplora l’assorbimento di metalli risultante dalla preparazione del tè, che è la bevanda più ampiamente consumata a livello globale. Il tè viene preparato dalle foglie lavorate della pianta Camellia sinensis, un materiale poco studiato, rispetto alla sua sproporzionata importanza economica e culturale. Le caratteristiche che rendono le foglie di tè ideali per il loro scopo previsto le aiutano anche a funzionare come un assorbente efficiente”.
In parole povere, il nuovo studio dimostra come le proprietà delle foglie di tè siano funzionali all’assorbimento del contenuto di metalli pesanti come cadmio e piombo nell’acqua utilizzata nel processo di infusione: “Abbiamo scoperto che la preparazione del tè nero in condizioni tipiche comporta la rimozione di una frazione significativa di piombo dall’acqua potabile e che questo valore dipende fortemente dal tempo di infusione“, si legge ancora.
Tè e metalli pesanti nell’acqua
“Non stiamo suggerendo che tutti debbano iniziare a usare le foglie di tè come filtro per l’acqua – ha affermato Vinayak P. Dravid, autore dello studio -. In effetti, utilizziamo spesso esperimenti modello e modifichiamo diversi parametri per sondare e comprendere i principi e i fenomeni scientifici coinvolti nei cicli di cattura/rilascio dei contaminanti. Per questo studio, il nostro obiettivo era misurare la capacità del tè di assorbire metalli pesanti. Quantificando questo effetto, il nostro lavoro evidenzia il potenziale non riconosciuto del consumo di tè di contribuire passivamente alla riduzione dell’esposizione ai metalli pesanti nelle popolazioni di tutto il mondo”.
Ma come avviene ciò? Nel procedimento di infusione di cui ci si serve abitualmente per la preparazione della famosa bevanda calda, gli ioni dei metalli pesanti si attaccano e vengono assorbiti dalla superficie delle foglie di tè, dove rimangono intrappolati. In questo modo vengono eliminati dall’acqua, come se le foglie fungessero appunto da filtro.
Benjamin Shindel, autore principale dello studio, ha affermato che una tazza di tè nero in infusione per cinque minuti ha ridotto la concentrazione di ioni di piombo nell’acqua di circa il 15%. La stima vale anche per altri metalli pesanti come cromo e cadmio e si alza quando viene utilizzato il preparato per il tè macinato, rispetto alle foglie intere. Altre differenze? L’efficacia varia a seconda del tipo di tè utilizzato: quello nero, verde e bianco riduce maggiormente la concentrazione di ioni di piombo rispetto a infusi di rooibos (tè rosso) e oolong (tè blu).