SCIENZA

Hubble ha immortalato una nuova vasta "popolazione" di luci: potrebbero essere due galassie

Fantastiche luci nello spazio: il telescopio Hubble ci regala immagini di nuove galassie

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Fonte: ESA/Hubble & NASA, J. Dalcanton

Il telescopio spaziale Hubble continua a regalare al mondo intero delle incredibili immagini. Le sue capacità consentono all’universo scientifico di progredire sempre più nel campo dell’osservazione astronomica. Risulta infatti evidente come le grandi scoperte del nostro tempo facciano spesso riferimento alle sue potenzialità immani. Una delle ultime immagini proposte dal gioiello NASA/ESA volge lo sguardo degli spettatori, scienziati e non, verso una vasta ricchezza di galassie a spirale. Di seguito ne parliamo nel dettaglio.

Nuove luci nello spazio

Il telescopio spaziale Hubble va a caccia di luci nell’universo infinito. Si potrebbe riassumere così, in maniera estremamente semplicistica ed elementare, l’operato di una delle strumentazioni cardine nel campo dell’astronomia. Tutto ciò ci pone un passo più vicini, anno dopo anno, ad avere una visione più chiara di ciò che circonda il nostro pianeta. Da tempo l’uomo non ne è più spaventato, bensì affascinato e incuriosito. Per questo motivo ci cimentiamo in missioni di vario genere per comprendere la vasta oscurità che, in moltissimi punti, è incredibilmente variopinta.

Nello specifico, gli ultimi scatti presentano una gran ricchezza di galassie a spirale, come detto. Quella più grande e prominente, che nell’immagine trova spazio sul lato destro, porta oggi il nome di NGC 1356, stando alla nomenclatura ufficiale scientifica. Le due galassie a spirale, che ci appaiono più piccole e affiancano la prima, sono rispettivamente LEDA 467699, sopra la prima, e LEDA 95414, molto vicina alla sua sinistra. Lungo il lato sinistro, infine, troviamo IC 1947.

Secondo i tecnici della NASA, il telescopio spaziale Hubble potrà proseguire in questo lavoro d’esplorazione del cosmo fino al 2028. Tra pochi anni, infatti, gli astronomi dovranno far compiere al prezioso telescopio un rientro atmosferico. Tutto a causa della gravità della Terra e l’attività solare. Non è però da escludere un rinnovo delle operazioni fino al 2040, in caso di pannelli solari e batterie ancora efficienti.

Galassie al microscopio

L’individuazione è soltanto il primo passo, ovviamente. Si passa poi all’attenta osservazione e allo studio. Quanto proposto dal telescopio spaziale Hubble è un eccellente esempio di quanto possa essere complesso, a volte, comprendere se due galassie siano effettivamente vicine o se la prospettiva dalla Terra sia illusoria. Dando uno sguardo rapido e superficiale a questo scatto, si potrebbe pensare, infatti, che NGC 1356, LEDA 467699 e LEDA 95415 siano di fatto compagne, poste l’una di fianco all’altra, per quanto questo concetto sia aleatorio nello spazio. A ciò si aggiunge IC 1947, che appare invece più distante.

Risulta però molto importante evidenziare come immagini così siano bidimensionali e, dunque, offrano soltanto un’indicazione di quella che è effettivamente la separazione angolare. In parole povere, di come gli oggetti inquadrati siano effettivamente distribuiti all’interno del cielo. Non possiamo rappresentare la distanza degli oggetti dalla Terra.

Si ha dunque una percezione disonesta, che pone vicini NGC 1356 e LEDA 95415, al punto tale da dover interagire inevitabilmente. Il primo però si trova a 550 milioni di anno luce dalla Terra, circa. Il secondo è invece a ben 840 milioni di anni luce. Con una distanza di quasi 300 milioni di anni luce, dunque, parlare di vicinanza è un po’ eccessivo. Con tali dati alla mano, è facile pensare come anche LEDA 95415 non sia poi tanto più piccolo di NGC 1356, come sembrerebbe dallo scatto di Hubble. Seguendo la stessa analisi, è importante sottolineare come l’abisso che si percepisce rispetto a IC 1947, in realtà non sia altro che 500 milioni di anni luce, di poco superiore alla distanza tra le altre galassie.

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