SCIENZA

Perché c’è la possibilità che arrivi un altro urgano come Milton

Un altro uragano Milton potrebbe abbattersi sulla Terra: le condizioni affinché accada sono agevolate dal cambiamento climatico e dal riscaldamento globale

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Fonte: 123RF

L’uragano Milton ha recentemente colpito la Florida, lasciando dietro di sé una scia di devastazione che ha sollevato nuovamente l’attenzione sull’impatto dei cambiamenti climatici sui fenomeni meteorologici estremi. Un altro uragano, come quello devastante che si è appena abbattuto nel Paese a sud-est degli Stati Uniti, potrebbe generarsi e portare nuova distruzione.

Ecco cosa si nasconde dietro le calamità metereologiche sempre più intense degli ultimi tempi.

Le ultime analisi sulla rapida intensificazione degli uragani

Milton, inizialmente una depressione formatasi il 5 ottobre nel Golfo del Messico, ha rapidamente guadagnato intensità, fino a diventare una tempesta tropicale e, successivamente, un uragano di categoria 5 nel giro di appena 24 ore, per poi essere declassato a categoria 2. Questo rapido rafforzamento è stato favorito dalle elevate temperature delle acque del Golfo, condizione che gli esperti collegano direttamente al riscaldamento globale.

I cambiamenti climatici hanno reso altamente possibile il riscaldamento delle acque oceaniche, contribuendo a un’intensificazione senza precedenti di Milton. Gli studi mostrano che questo tipo di fenomeno è, oggi, fino a 800 volte più probabile rispetto al passato. Questo fattore è stato cruciale nel determinare la velocità con cui Milton si è trasformato da tempesta tropicale a uragano di categoria 5, per poi colpire la Florida come un uragano di categoria 3, dopo un indebolimento.

Secondo l’analisi condotta dal World Weather Attribution, Milton avrebbe avuto un’intensità significativamente inferiore senza il contributo dei cambiamenti climatici. In assenza di questi, l’uragano sarebbe stato, probabilmente, classificato subito come categoria 2.

Tuttavia, il riscaldamento globale ha incrementato la forza dei venti di circa il 10%, portando a una maggiore capacità distruttiva. Anche un aumento della velocità dei venti apparentemente modesto può avere conseguenze significative, poiché i danni provocati da un uragano crescono in modo esponenziale proprio con l’intensificarsi della potenza dell’aria.

Il bilancio, umano e materiale, dell’ultima calamità in Florida è tragico: oltre 15 vittime e danni economici che potrebbero raggiungere cifre astronomiche. Tutti dati che rendono evidente come il cambiamento climatico non sia solo una questione ambientale, ma anche un fattore che influisce direttamente sull’economia globale.

Uragani devastanti e cambiamento climatico

Un altro elemento chiave che ha contribuito alla devastazione è stata l’aumentata intensità delle precipitazioni legate a Milton. Le piogge torrenziali, innescate dalle condizioni climatiche alterate, sono state rese fino al 50% più intense rispetto a uno scenario privo di riscaldamento globale. Questo ha comportato un rischio significativamente maggiore di inondazioni, aggravando ulteriormente la situazione nelle zone già duramente colpite dai venti e dai tornado associati alla tempesta.

La scienza attribuisce gran parte di questi effetti estremi all’innalzamento delle temperature in tutto il pianeta, che è stato di circa 1,3 gradi Celsius rispetto all’epoca preindustriale. Gli studi che analizzano fenomeni come Milton, spesso condotti in tempi rapidi per fornire una valutazione immediata degli eventi, si basano su modelli climatici avanzati e sull’analisi dei dati meteorologici degli ultimi decenni. Queste ricerche, come quelle pubblicate dall’Imperial College di Londra e dal World Weather Attribution, dimostrano come l’incidenza di tempeste distruttive sia aumentata in frequenza e intensità, ancora una volta per via del cambiamento climatico.

Non è solo Milton a essere stato influenzato dal riscaldamento globale. Anche altri uragani recenti, come Helene, hanno mostrato un comportamento simile. Gli esperti hanno calcolato che circa il 44% dei danni causati da Helene e il 45% di quelli attribuiti a Milton possono essere ricondotti all’alterazione generale del clima. Questo indica chiaramente che l’aumento delle temperatura non solo amplifica la potenza delle tempeste, ma incide direttamente sull’entità delle devastazioni economiche e umane.

In sostanza, le acque oceaniche sempre più calde, il rafforzamento dei venti e l’incremento delle precipitazioni non sono più fenomeni isolati, ma stanno diventando la norma. Tutto ciò, oltre a porre una sfida scientifica, è un dramma economico e sociale che richiede interventi urgenti, sia in termini di adattamento, sia di mitigazione, per prevenire ulteriori disastri simili in futuro. La possibilità che altri uragani di analoga intensità si verifichino è alta: Milton dovrebbe rappresentare un monito per il mondo intero.

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