SCIENZA

L'unica specie di animale veramente selvaggia al mondo ritorna nel Kazakistan dopo due secoli

Il Kazakistan ritrova i suoi cavalli di Przewalski, gli ultimi davvero selvaggi al mondo: alcuni esemplari sono stati donati al Paese, che da due secoli li aveva perduti.

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Fonte: 123RF

Forse non avete mai sentito parlare dei cavalli di Przewalski: chiamati anche takhi o, più semplicemente, cavalli selvatici, sono originari delle steppe dell’Asia centrale e ormai da tempo sono in via di estinzione. Nel Kazakistan, uno dei luoghi natii di questa specie, se ne sono perdute le tracce da ben due secoli. Ma ora il Paese ritrova i suoi “cavalli perduti”, grazie ad una donazione avvenuta nelle scorse settimane.

Il ritorno dei cavalli selvaggi nel Kazakistan

È stato un volo davvero speciale, quello che è partito da Praga ed è atterrato nel Kazakistan qualche settimana fa: il suo carico era preziosissimo. A bordo, infatti, sette cavalli appartenenti a quella che è considerata l’ultima specie davvero selvaggia al mondo. Stiamo parlando dei cavalli di Przewalski (Equus ferus przewalskii), che un tempo vagavano per le vaste praterie della steppa dell’Asia centrale, dove si ritiene che il cavallo sia stato addomesticato per la prima volta – circa 5.500 anni fa. Il Kazakistan, che è uno dei Paesi di origine di questi animali, non ne vedeva più ormai da due secoli.

Per questo, l’Europa ha donato sette esemplari adulti in perfette condizioni fisiche, con l’obiettivo di ripopolare le steppe. Di questi, quattro cavalle femmine provengono da Berlino, mentre due cavalle femmine e uno stallone da Praga. “Questi sono gli unici cavalli selvaggi rimasti al mondo” – ha affermato Filip Mašek, portavoce dello zoo di Praga. In origine, il gruppo doveva contare otto esemplari. Tuttavia, uno di essi non era in ottimo stato per poter affrontare un lungo viaggio, che richiede agli animali di rimanere in piedi per 30 ore: sedendosi, ha messo a rischio la sua circolazione sanguigna e gli esperti lo hanno così ricondotto allo zoo di origine.

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Il piano di reintroduzione dei cavalli di Przewalski

Nel Kazakistan, i cavalli erano davvero selvaggi e solo qualche millennio fa l’uomo è riuscito ad addomesticarli. Poi, con lo svilupparsi dell’attività umana (tra cui la caccia e la costruzione di strade per realizzare le città), la specie è arrivata sull’orlo dell’estinzione. Il Paese non vede traccia dei cavalli di Przewalski da ormai due secoli, ed è per questo che ha avuto inizio un piano di reintroduzione della specie. “Per me l’obiettivo di uno zoo moderno non è solo proteggere e allevare animali in via di estinzione, ma anche restituirli alla natura a cui appartengono” – ha dichiarato Mašek.

Già in passato, lo zoo di Praga ha collaborato attivamente per la reintroduzione dei cavalli in Mongolia: nel 2011 sono stati donati diversi esemplari in ben nove viaggi diversi, che hanno permesso alla popolazione equina di stabilizzarsi (oggi nel Paese ci sono circa 1.500 cavalli). Nei prossimi cinque anni, il progetto prevede di trasportare un totale di 40 esemplari nel Kazakistan, con la speranza di ottenere lo stesso successo. “Questo è l’inizio di un capitolo completamente nuovo nella storia dell’ultimo cavallo selvaggio del pianeta” – ha commentato Miroslav Bobek, direttore dello zoo di Praga.

Il piano di reintroduzione, la cui prima fase si è rivelata un gran successo, ha coinvolto il comitato forestale e della fauna selvatica del governo kazako, l’associazione per la conservazione della biodiversità del Kazakistan, lo zoo di Praga, lo zoo Tierpark di Berlino e la società zoologica di Francoforte.

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