I cavalli usano espressioni e faccia per comunicare: cosa fanno per farsi capire
I cavalli non hanno una sola espressione, come alcuni possono pensare: uno studio analizza tutti i loro metodi comunicativi attraverso la faccia e i suoi vari elementi

Chi ha poca esperienza con i cavalli, potrebbe pensare erroneamente che la loro espressione sia sempre la stessa. Identica nel tempo, nonostante ciò che gli accada. La verità è però ben diversa. Queste splendide creature possiedono un’ampia gamma di espressioni facciali, utili a comunicare emozioni e intenzioni. Il tutto è al centro di un nuovo studio, evidenziando anche implicazioni nella relazione tra uomo e animale.
Il linguaggio delle espressioni dei cavalli
I cavalli sono in grado di comunicare più di quanto pensiamo. Lo fanno anche con il proprio volto. Un nuovo studio, guidato da Kate Lewis, dell’Università di Portsmouth, è stato pubblicato su Peer. Nelle pagine si analizzano le espressioni facciali dei cavalli.
Si va oltre il classico segnale delle orecchie in avanti o indietro. I risultati mostrano infatti l’uso di un repertorio ricco e sfaccettato di movimenti. Questi, combinati tra loro, esprimono una grande varietà di emozioni e stati d’animo.
Nello specifico, gli autori hanno osservato 36 cavalli domestici, per un totale di 72 ore di interazioni naturali. Il tutto classificato in quattro categorie:
- amichevoli;
- giocose;
- aggressive;
- di attenzione.
È stato sfruttato un sistema, l’EquiFACS (Equine Facial Action Coding System), che è uno strumento in grado di codificare ogni possibile movimento facciale equino. I ricercatori sono stati così in grado di documentare come i cavalli modulino il proprio volto in maniera coerente, a seconda del contesto.
Basti pensare alle interazioni amichevoli. In questi casi, i cavalli tendono a spingere il naso in avanti. Un segno di disponibilità e tranquillità. Quanto invece sono in fase d’attenzione, le orecchie vengono portate in avanti e unite, così da focalizzare meglio l’oggetto dell’interesse.
L’evoluzione comunicativa
Una delle scoperte più affascinanti riguarda la faccia giocosa dei cavalli. In questo contesto, il labbro inferiore viene abbassato, il mento alzato e la bocca aperta. Spesso vengono inoltre mostrati i denti e le orecchie poste all’indietro. Non è da escludere poi il fatto che possa essere mostrato il bianco degli occhi, con il muso proteso in avanti e la testa inclinata leggermente verso destra.
Un’espressione colma di dettagli, molto importante perché simile a quanto osservato nei primati (essere umano incluso), quando si intende segnalare un’interazione non aggressiva. La somiglianza potrebbe dunque indicare come tale forma di comunicazione possa essersi evoluta molto prima della separazione evolutiva tra cavalli e primati. Si indicherebbe, dunque, un’origine antica e condivisa tra i cosiddetti mammiferi sociali.
Ciò che conta, spiegano i ricercatori, è che tali segnali non debbano mai essere interpretati isolatamente. Soltanto la lettura combinata di più movimenti (orecchie, muso, occhi, labbra) consente di capire realmente l’emozione o l’intenzione dietro uno specifico comportamento.
Nuove prospettive
Questi risultati hanno ricadute molto rilevanti, non soltanto per l’etologia, ma anche per il benessere degli animali. Riuscire a capire le espressioni dei cavalli permette ai proprietari, così come ai veterinari e agli operatori del settore, di cogliere in maniera più tempestiva segnali di:
- stress;
- disagio;
- piacere.
Questa ricerca dimostra poi l’importanza di studiare anche specie distanti dai primati per comprendere l’evoluzione della comunicazione emotiva nei mammiferi. Un volto, anche lungo come quello del cavallo, può raccontare molte storie.