SCIENZA

Una cometa è arrivata sulla Terra e ha cambiato il corso della storia: la scoperta

Gli scienziati non hanno mai smesso di indagare sulle nostre origini. Oggi possiamo dire che siamo più vicini a scoprire da dove provenga la nostra fonte vitale: l'acqua

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Fonte: ESA/Rosetta/NAVCAM

Va da sé che senza acqua non ci sarebbe vita sulla Terra. Si presume che alcune particelle fossero presenti nella polvere e nei gas che hanno generato il nostro pianeta miliardi di anni fa e che gran parte dell’acqua sarebbe evaporata a causa della vicinanza al Sole.

È giusto chiedersi, dunque, in che modo la Terra si sia arricchita di acqua liquida in seguito. Si tratta di una questione estremamente dibattuta nella comunità scientifica. Un dialogo che si è ora ulteriormente arricchito grazie alla scoperta relativa alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

L’acqua proviene dalle comete

Ha dell’incredibile quanto rilevato sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. L’acqua presente, infatti, vanta una firma molecolare simile all’acqua degli oceani terrestri. Tutto ciò è in netto contrasto con alcuni risultati recenti pubblicati. Una scoperta che riporta ampiamente al dibattito relativo all’acqua del nostro pianeta proveniente dalle comete di Giove.

La comunità scientifica è generalmente concorde sul fatto che una porzione dell’acqua del nostro pianeta provenga dal vapore emesso dai vulcani. La condensazione ha condotto a immani piogge sugli oceani. Un’altra parte, sostanziale, proviene però dal ghiaccio e dai minerali presenti sugli asteroidi, e forse sulle comete, che si sono schiantati sulla Terra. Gli scienziati hanno trovato, nel tempo, prove che avvalorano tale ricostruzione. Siamo vivi, di fatto, grazie a una serie di collisioni di comete e asteroidi con pianeti interni al nostro Sistema Solare, avvenute più di 4 miliardi di anni fa.

Generalmente accettata è la connessione tra acqua e asteroidi. Discorso differente invece per quanto riguarda il ruolo delle comete, che lascia ancora oggi perplessi molti scienziati.

Le prove

Nel corso del tempo, sono state effettuate svariate misurazioni delle comete di Giove. Al loro interno è stato individuato del materiale primitivo risalente alla prima fase del Sistema Solare. Si ritiene che la loro formazione sia avvenuta oltre l’orbita di Saturno.

Le analisi condotte hanno evidenziato un forte legame tra l’acqua presente su tali comete è quella della Terra. Nello specifico questa connessione si fonda su una firma molecolare, quella che gli scienziati adoperano per il tracciamento dell’origine dell’acqua. Lavora sul rapporto tra deuterio (D) e idrogeno normale (H) nell’acqua di qualsiasi oggetto del Sistema Solare.

Considerando come sia più probabile che l’acqua contenente deuterio si formi in ambienti freddi, gli scienziati ritengono che la formazione di tale isotopo sia maggiormente elevata negli oggetti formatisi lontano dal Sole. Proprio come le comete, a differenza di quelli formatisi più vicino al Sole, come gli asteroidi.

Nel corso degli ultimi 20 anni sono state effettuate numerose misurazioni sul deuterio presente nel vapore acqueo di diverse comete della famiglia di Giove. Il risultato? Livelli simili a quelli della nostra acqua.

La cometa 67P

Nel 2014 la teoria è stata messa in crisi dalla missione Rosetta dell’Esa (Agenziale Spaziale europea). Gli scienziati hanno individuato nelle misurazioni dell’acqua di Rosetta una concentrazione di deuterio ben più elevata di qualsiasi cometa. Inoltre, una concentrazione ben più elevata (tre volte, circa) rispetto a quanto ce ne sia nei nostri oceani.

È stato però scoperto come la polvere cometaria possa influenzare le letture del rapporto di idrogeno individuato nel vapore. Di fatto, la nostra comprensione della provenienza dell’acqua dalle comete potrebbe essere a un punto di svota, dopo il crollo dell’ultimo decennio.

È stato così possibile individuare una chiara correlazione tra le misurazioni di deuterio su 67P e la quantità di polvere intorno alla sonda Rosetta. Ciò dimostra come le misurazioni effettuate nei pressi della sonda potrebbero non essere rappresentative della composizione del corpo di una cometa.

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