La distruzione di un asteroide potrebbe aver dato a Marte le lune, la nuova scoperta
Simulazioni frutto di un supercomputer hanno dato una risposta sulla creazione delle lune di Marte: ecco come sono nate
È evidente come Marte sia ancora ricchissimo di misteri. C’è tanto da scoprire sul pianeta rosso, come dimostrano le ultime simulazioni condotte su un supercomputer. Scienziati della Nasa e dell’Università di Durham hanno compiuto il primo passo verso la comprensione della formazione delle due lune marziane, Phobos e Delmos. Potrebbero derivare dalla distruzione di un asteroide.
Le lune di Marte
Tutti i pianeti del Sistema solare, o quasi, hanno delle lune. Le eccezioni sono rappresentate da Mercurio e Venere e, in totale, se ne contano circa 300. Nel caso di Marte, le sue lune non possono essere definite “mondi” o simili. Sono paragonabili a enormi rocce nello spazio, incastrate in quella specifica sezione dalla gravità del pianeta.
Il nome scelto per loro è Phobos e Deimos, ovvero Paura e Terrore. Le loro origini attirano una porzione della comunità scientifica, impegnata nel riuscire a dare una risposta a questo mistero. Una simulazione condotta su un supercomputer suggerisce la seguente soluzione: la distruzione di un asteroide ha portato alla realizzazione dei satelliti di Marte.
È plausibile che sia andato distrutto durante il suo transito nei pressi del pianeta rosso, con frammenti di roccia sparpagliati in differenti orbite. Il sistema marziano si sarebbe fatto sfuggire più della metà dei frammenti, mentre altri sarebbero rimasti incastrati nella sua orbita al resto avrebbe pensato la gravità marziana, insieme con quella del Sole. Frammenti trascinati e scontratisi l’uno con l’altro, riducendosi ulteriormente e spargendo altri detriti. Un processo molto lungo, come facile immaginare, fino all’ipotizzato deposito in un disco in orbita intorno al pianeta. Nel corso delle ere immateriale si sarebbero raggruppati, generando le due piccole lune che oggi conosciamo.
La verifica della simulazione
Ricercatori sono stati impegnati nell’esplorazione di centinaia di differenti simulazioni di incontro ravvicinato, al fine di verificare tale teoria. Sono stati introdotti differenti elementi, variando dimensioni, rotazione, velocità e distanza dell’ipotizzato asteroide al momento del suo eventuale massimo avvicinamento a Marte.
È stato sfruttato un codice di calcolo, Swift, open-source e ad alte prestazioni. Al tempo stesso sono stati adoperati i sistemi informatici dell’Università di Durham, al fine di studiare la perturbazione iniziale e, con differente codice impiegato, le orbite successive dei detriti generati.
Sulla rivista Icarus è stato pubblicato il 20 novembre 2024 uno studio che spiega: in un gran numero di scenari risulta un numero sufficiente di frammenti di asteroidi “sopravvissuto”. Dopo ripetuti scontri, inoltre, ciò porta alla formazione delle lune.
Ipotesi formulate, alcuni sostengono che degli asteroidi di passaggio siano stati catturati interamente dalla gravità di Marte. Altri ritengono invece che un gigantesco impatto sul pianeta rosso abbia provocato la fuoriuscita di un enorme quantitativo di materiale, mescolante porzioni di Marte e detriti, formando dapprima un disco e infine le lune.
Questa seconda spiegazione è maggiormente accettata, dal momento che rende meglio conto delle traiettorie nelle quali oggi i due satelliti sono impegnati. Parliamo di orbite quasi circolari, che vanno allineandosi strettamente con l’equatore di Marte.