Allarme "marea gialla" pericolosa a Cape Cod: cosa sta succedendo?
Una inquietante "marea gialla" ha invaso le acque di Cape Cod, in Massachusetts: cosa sta succedendo nella penisola a pochi km da Boston.
Cape Cod è una ridente penisola del New England, in Massachusets, non molto distante da Boston. Un luogo che del suo mare, dei suoi corsi d’acqua e della pesca ha sempre vissuto, molto caratteristico e per tale ragione meta di tantissimi turisti che ogni anno visitano in lungo e in largo villaggi, antichi fari e scorci di natura selvaggia. Sono dati positivi certamente, ma che negli ultimi anni hanno provocato un vero e proprio disastro ambientale: una “marea gialla” ha invaso Cape Cod ed è sempre più urgente un intervento immediato.
Allarme inquinamento a Cape Cod
Si parla di “cattivi odori”, “morie di pesci”, enormi quantità di alghe che si attanagliano a qualsiasi cosa, a cominciare dalle barche. Javier Lloret, scienziato ricercatore presso il Marine Biological Laboratory di Cape Cod, ha esposto a Scientific American una situazione affatto rassicurante in quella piccola ma accattivante penisola vicino Boston che è diventata una delle mete preferite dai turisti e dagli appassionati di pesca, oltre che da chi intende cambiare vita e trasferirsi.
I dati contano quasi 230.000 residenti fissi, mentre i turisti nel 2022 sono arrivati a 4 milioni. Sono cifre impressionanti che hanno apportato certamente molti guadagni alla Contea, ma che le si sono ritorti contro: il crescente numero di visitatori e residenti ha portato a un inquinamento incontrollato in tutta l’area di Cape Cod, minacciando di distruggerne permanentemente spiagge ed estuari.
Il problema principale riguarda il periodo estivo, quando gli insediamenti costieri aumentano vertiginosamente e insieme a essi le spiagge diventano protagoniste di un fenomeno preoccupante: una “marea gialla” invade le acque della penisola, al punto da costringere le autorità a chiudere alcune spiagge e luoghi di interesse.
Da cosa è provocata la “marea gialla”
A far luce su questo fenomeno è stato lo stesso Lloret che a Scientific American ha spiegato come sia provocato da quantità eccessive di azoto che si sono via via accumulate nelle acque reflue di tutto il territorio. I sistemi sotterranei non riescono a reggere questo alto apporto di azoto che causa una crescita fuori controllo delle alghe. Da qui lo strano colore verdastro di acque che un tempo erano pure e cristalline.
“L’azoto è naturalmente presente nell’ambiente. Ma troppo azoto nell’acqua salata provoca una massiccia crescita eccessiva di alghe. Le fioriture algali bloccano la luce alle piante sul fondo dell’acqua e consumano l’ossigeno vitale per la vita marina. In tutto il mondo, l’inquinamento da azoto è diventato un grosso problema negli estuari come la baia di Chesapeake. Ma a differenza del Chesapeake, l’azoto sul promontorio non proviene da feci di pollo o fertilizzanti agricoli. Viene dall’urina umana“, si legge sulla rivista scientifica.
“Circa il 90-95% dell’azoto che arriva in questi corsi d’acqua proviene dalle acque reflue”, ha spiegato Lloret confermando che la cosiddetta “marea gialla” assume questa particolare colorazione proprio a causa delle urine. L’accumulo di queste, però, ha anche cause geologiche: Cape Cod poggia su un fitto strato di sabbia estremamente porosa, perciò le acque superficiali filtrano rapidamente nelle falde sotterranee e queste acque reflue infine raggiungono la costa e le spiagge. Non è mai stato un problema finché la popolazione è aumentata a dismisura, senza che il sistema fognario venisse “aggiornato”. Adesso un intervento è più che mai urgente.