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SCIENZA

Quasi 9 tonnellate di alghe "puzzolenti" avvistate in mare: ecco dove sono dirette

Un gigantesco ammasso di alghe puzzolenti, del genere Sargassum, sta galleggiando nell'Oceano e sembra essere pronto a giungere a riva. La sua presenza sulle spiagge può essere molto pericolosa

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Quando proviamo a immaginare una spiaggia, di certo ciò che ci viene in mente è idilliaco, tra acque azzurre, sabbie fini e cieli tersi. Nulla da eccepire, se non fosse che dal mare non sempre arrivano doni graditi: in queste settimane, per esempio, un ammasso di alghe puzzolenti è stato avvistato dagli scienziati, pronto ad arrivare sulle rive soffocando (letteralmente) chiunque volesse anche solo provare ad avvicinarsi.

Infatti queste alghe, del genere Sargassum, hanno delle caratteristiche molto peculiari: il loro olezzo, insieme al processo di putrefazione e decomposizione, può scatenare degli effetti collaterali anche gravi all’ambiente e, addirittura, uccidere pesci e crostacei. Ma dove si trovano queste alghe? E cosa succederà nei prossimi mesi, quando tutti saranno pronti a tornare in spiaggia?

L’avvistamento delle alghe puzzolenti

Intanto, andiamo per ordine. Al momento le alghe puzzolenti Sargassum stanno galleggiando nell’Oceano Atlantico Centrale e preoccupano gli scienziati per via della loro consistenza e della loro forma che ricorda una sorta di “blob tentacolare”. Da quando l’ammasso di alghe tossiche si è formato gli scienziati non lo hanno perso di vista un attimo e hanno continuato a monitorarne sia le quantità che i gas emessi.

Dai monitoraggi sono emerse sia buone che cattive notizie: da una parte, infatti, sembra che nell’ultimo mese le Sargassum siano leggermente diminuite, dall’altra parte la loro riduzione non ne impedisce (almeno per il momento) l’arrivo sulle coste. In particolare, grandi quantità di queste alghe sono attese sulle spiagge della Florida fra primavera ed estate. Il fatto che andranno a depositarsi così lontano, però, non dovrebbe farci sentire al sicuro.

Le alghe Sargassum nel mondo

«La fioritura complessiva di alghe Sargassum per il 2023 – hanno scritto gli scienziati dell’Outlook University – South Florida Optical Oceanography Lab – suscita timori a livello globale, perché ogni Oceano può ospitarle. Questa specie di alga può raggiungere molti metri di lunghezza e può velocemente raddoppiare di dimensioni. Stiamo monitorando anche degli ammassi diretti verso il Mar dei Caraibi e il Golfo del Messico, che sembrano star raddoppiando invece di diminuire».

In base agli studi degli scienziati, le Sargassum potrebbero “apparire” e spingersi in grandi quantità anche in Europa: attualmente in giro per il mondo ce ne sono quantità tali da riempire una decina di piscine olimpioniche. Il pericolo di spiaggiamento di queste alghe è comune a tutti: «Venti , correnti e maree influenzano i loro spostamenti e non è ancora del tutto possibile stabilire con certezza ogni futuro approdo sulle coste del mondo».

La pericolosità delle Sargassum

Abbiamo già fatto accenno alla pericolosità di queste alghe, parlando del pericolo di soffocamento. Ma da cosa deriva, appunto, questo pericolo? In sostanza le Sargassum, dal caratteristico colore marrone o verde scuro, sono contraddistinte da alcune vescicole che contengono dei gas. Sono proprio questi gas ad aiutare la pianta a dirigere le sue fronde verso l’alto, per riuscire a beneficiare della luce e fin quando è in mare, l’alga è tutto fuorché tossica: aiuta persino granchi, anguille, gamberi e pesci a proliferare.

Il vero problema sorge quando la Sargassum si spiaggia: dopo un paio di giorni a riva, infatti, l’alga si decompone, marcisce, e quei gas che aiutavano la pianta diventano tossici e si trasformano in un mix di ammoniaca e idrogeno solforato, entrambi altamente inquinanti, velenosi per pesci e creature marine e pericolosi per i bagnanti, perché, come precedentemente detto, provocano problemi respiratori anche gravi, oltre che eruzioni cutanee.

L’unico modo per evitare il problema è rimuovere le alghe dalle spiagge, ma considerando la loro quantità, gli interventi costerebbero milioni. Va da sé, dunque, che i luoghi dove la Sargassum finirà per “morire” diventeranno off limits finché la risacca e le maree non faranno tutto il lavoro sporco.

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