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Android 11, Google limita le autorizzazioni per proteggere gli utenti

Android 11, la nuova versione del sistema operativo mobile di Google, limita le autorizzazioni alla fotocamera da parte delle app di terzi per questo motivo

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Fonte: Mr.Mikla / Shutterstock.com

La nuova versione del sistema operativo di Google è prossima al lancio e promette importanti novità per la sicurezza degli utenti. Android 11 imporrà dei limiti alle autorizzazioni per accedere alla fotocamera dello smartphone da parte delle app di terzi.

Questo implica che gli utenti di Android 11 non potranno utilizzare un’app per la gestione della fotocamera che sia diversa da quella pre-installata sul proprio smartphone, a meno che non siano loro a sceglierla e a impostarla. Una decisione che mostra come anche Android stia diventando col tempo un sistema più chiuso e controllato, in nome della tutela della privacy dei suoi utenti e della loro sicurezza. L’obiettivo è impedire che app di terzi parti poco sicure possano aprire la fotocamera e sfruttare le immagini per localizzare l’utente e violare la sua privacy.

Android 11 limita autorizzazioni alla fotocamera

Immaginiamo di voler scattare una foto con uno smartphone Android 10: il sistema operativo apre una lista di applicazioni da cui scegliere quella con cui completare l’azione e consente di impostarne una come predefinita. Nella nuova versione di Android 11 il menu di scelta scompare e solo con l’app pre-caricata della fotocamera sarà possibile scattare questo tipo di foto.

Il discorso cambia se stiamo utilizzando un’app di terze parti che abbia una sua fotocamera integrata, come ad esempio Snapchat o Instagram: in questo caso sarà possibile utilizzare anche app di terze parti, come ad esempio quelle dei social network. Altrimenti, per utilizzare app di terze parti bisognerà aprirle manualmente.

Android 11, Google motiva la sua scelta

La scelta di Google di limitare le autorizzazioni alla fotocamera dei dispositivi nasce dall’esigenza di offrire ai propri utenti maggiore privacy e sicurezza. Questo perché ogni volta che viene scattata una foto con lo smartphone, questa viene localizzata attraverso le coordinate GPS di dove è stata scattata. Se app di terze parti con fini malevoli hanno accesso diretto alla fotocamera, pssono raccogliere dati sulla posizione dell’utente a sua insaputa.

Dopo che Google ha scoperto che nel 2019 oltre 1000 app aggiravano le restrizioni imposte da Android e rubavano i dati personali degli utenti, gli sviluppatori hanno deciso di correre ai ripari. Limitando le autorizzazioni alla fotocamera, le app di terzi non potranno accedere facilmente ai dati a meno che gli utenti non le installino e scelgano consapevolmente di utilizzarle e impostarle come predefinite, ma avendo ben chiari i potenziali rischi per la sicurezza in cui incorrono.

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