SCIENZA

Perché gli incendi boschivi sono sempre più pericolosi: l'aria è a rischio

Un nuovo studio rivela che le emissioni di anidride carbonica derivanti dagli incendi boschivi sono aumentate del 60%: è un dato drammatico

Pubblicato:

Può sembrare una banalità, ma vale la pena ricordarlo: le foreste sono un bene prezioso che andrebbe protetto e tutelato. Invece le aree verdi della terra sono sempre più a rischio e, con loro, è a rischio anche la qualità dell’aria che respiriamo. A sottolineare quanto il problema sia sempre più grave è un recente studio, che ha dimostrato che gli incendi boschivi stanno emettendo mezzo miliardo di tonnellate di CO2 in più rispetto a due decenni fa.

Per chi non lo sapesse, boschi e selve sono fondamentali per lo stoccaggio del carbonio: con la loro crescita rimuovono la CO2 dall’atmosfera e riducono i tassi di riscaldamento globale. Purtroppo, a causa della progressiva perdita di vegetazione non solo è sempre più difficile che il carbonio venga rimosso dall’atmosfera, ma le emissioni umane di CO2 sono in aumento e, durante gli incendi vengono rilasciate in maniera sempre più cospicua.

Lo studio

Lo studio, pubblicato su Science, è stato condotto dall’University of East Anglia e ha coinvolto un team internazionale di scienziati provenienti da Regno Unito, Paesi Bassi, Stati Uniti, Brasile e Spagna. Si tratta della prima ricerca volta a esaminare a livello globale le differenze tra incendi boschivi e non boschivi. Gli scienziati hanno diviso le aree del mondo in piromi, ovvero regioni in cui i modelli di incendi boschivi sono influenzati da controlli ambientali, umani e climatici simili.

Analisi dopo analisi, i ricercatori hanno purtroppo rilevato che in uno dei più grandi piromi, che si estende tra le foreste boreali dell’Eurasia e del Nord America, le emissioni derivanti dagli incendi si sono quasi triplicate tra il 2001 e il 2023. Incrementi significativi sono poi stati osservati nelle foreste extratropicali: nel complesso, il team ha registrato un aumento di emissioni del 60% in tutto il mondo.

Il nesso fra incendi boschivi e anidride carbonica

Lo studio si è rivelato essenziale per fare focus proprio sul nesso tra gli incendi e le emissioni di anidride carbonica. In base a quanto hanno rilevato gli scienziati, le foreste bruciano più intensamente e rilasciano nell’atmosfera quantità maggiori di fumo nocivo rispetto al passato. L’autore principale della ricerca, il dottor Matthew Jones, ha affermato che «l’aumento della CO2 nell’aria sta provocando danni irreversibili, rendendo più critici gli effetti già disastrosi degli incendi boschivi».

«La crescita sia dell’estensione che della gravità degli incendi boschivi – continua Jones – innesca un circolo vizioso: un drammatico aumento della quantità di carbonio emesso durante la combustione. È un fenomeno a livello mondiale». I ricercatori hanno anche sottolineato che esistono dei “responsabili” per questi fenomeni: si tratta del riscaldamento globale e del cambiamento climatico.

L’impatto del cambiamento climatico

Sì, perché l’aumento delle emissioni è connesso al fatto che il clima sia sempre più favorevole per incendi: basta pensare alle condizioni caldo-secche osservate durante le ondate di calore e a quelle rilevate durante i periodi di siccità, nonché ai tassi di crescita delle foreste che creano più combustibili vegetali. Queste tendenze sono aiutate dal rapido aumento delle temperature, che sembra star raddoppiando la sua velocità.

Lo studio accende i riflettori anche su un altro preoccupante aumento: il tasso di combustione del carbonio, misura della gravità degli incendi basata sulla quantità di carbonio emessa per unità di area bruciata, è aumentato di quasi il 50% nelle foreste di tutto il mondo. «Per proteggere gli ecosistemi forestali critici dalla minaccia crescente degli incendi boschivi – ha concluso Jones – dobbiamo tenere a bada il riscaldamento globale e questo sottolinea perché è così importante compiere rapidi progressi verso emissioni nette pari a zero».

Il mito sfatato e le ipotesi di gestione

«Finora – prosegue ancora lo studio –  si tendeva a pensare che a causa della progressiva riduzione della superficie boschiva ci fossero sempre meno possibilità di incendi dai gravi impatti ambientali. Non è così: le nostre analisi dimostrano che, al contrario, non solo gli incendi si verificano ancora più spesso ma rappresentano una minaccia gravissima per le riserve di carbonio vitali e, ovviamente, per le persone».

I ricercatori ipotizzano anche dei modi per gestire quella che è una situazione sempre più critica: sono chiaramente fondamentali dei finanziamenti a livello globale per supportare programmi strategici, ma andrebbero anche organizzati dei programmi di educazione (e rieducazione) in modo tale da sensibilizzare sempre più persone a un atteggiamento reattivo e proattivo.

Andrebbero anche avviati dei progetti di monitoraggio costante della produttività forestale per tamponare tutti i pericoli legati all’innesco degli incendi. Bisognerebbe iniziare il prima possibile e prima che sia troppo tardi: per quanto pessimista possa sembrare, il tempo scorre e non agire corrisponde a subire un lento verso esiti devastanti.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963