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Annuncio shock: i monopattini sarebbero inquinanti come le auto

Li abbiamo sempre considerati dei mezzi etici ed ecologici, ma i monopattini elettrici a volte possono emettere più CO2 di un'automobile.

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Fonte: Andrea Bonetti / Shutterstock.com

Durante l’estate 2020 sono stati tra i prodotti più acquistati anche dagli italiani, che hanno potuto beneficiare di un apposito bonus statale, perché sono un mezzo di mobilità individuale comodo e, si dice, ecologico. Stiamo parlando dei monopattini elettrici, vero e proprio fenomeno dell’anno appena trascorso e che, adesso, sono accusati di essere addirittura più impattanti sul clima di un’automobile.

A crederlo è Youth for Climate, associazione di giovani ambientalisti che fa parte della galassia che ruota intorno all’attivista svedese Greta Thunberg, sulla base di dati raccolti da Arcadis, società di consulenza che stila ogni anno il Sustainable Cities Index con il quale elargisce voti di sostenibilità alle principali città del mondo. Arcadis ha fatto le pulci alle emissioni di CO2 dei monopattini elettrici, scoprendo che quelli in sharing sono tutt’altro che ecologici. Sembrerebbe assurdo, ma contando le emissioni dell’intero ciclo di vita di questi piccoli mezzi di trasporto elettrici e considerando anche quelle di tutti i servizi annessi allo sharing, si ottengono emissioni per chilometro superiori a quelle di una vettura a motore termico. Ecco come sono stati fatti i conti.

Quanta CO2 emette un monopattino elettrico in sharing

Secondo i calcoli di Arcadis un monopattino elettrico in sharing emette 105 grammi di CO2 per ogni chilometro percorso, a fronte dei 111 grammi emessi da una vettura di ultima generazione con motore termico con una sola persona a bordo. Muoversi in auto, quindi, secondo questi calcoli non sarebbe poi così diverso da muoversi su un monopattino elettrico in affitto.

Le emissioni dei monopattini sarebbero addirittura superiori a quelle di un’auto elettrica (103 grammi) e ben 5 volte superiori a quelle di un autobus elettrico a pieno carico (21 grammi per chilometro). Come è possibile che un monopattino elettrico emetta così tanta CO2? Il problema, secondo Arcadis, non è il monopattino in sé ma i servizi legati allo sharing e il modo in cui il monopattino viene prodotto.

Perché i monopattini in sharing emettono tanta CO2

La stragrande maggioranza dei monopattini elettrici oggi sul mercato, e la totalità di quelli usati dai servizi di sharing, viene prodotta in Cina o altri Paesi dell’estremo oriente. In fabbriche non molto pulite, secondo Arcadis, e che usano energia ancor meno pulita per produrre questi piccoli mezzi.

Mezzi che, per di più, a causa dell’elevato utilizzo nei servizi di sharing hanno una vita media brevissima: appena un anno e mezzo. Molte emissioni di CO2 in fase di produzione, quindi, a fronte di una durata del prodotto effimera causano l’impossibilità per questi monopattini di “ripagare” le emissioni necessarie a produrli.

Il problema dello sharing

Ma c’è di più: tutto questo è vero solo se parliamo di monopattini in sharing e non anche di monopattini comprati dai privati cittadini. Non solo questi ultimi durano molto di più, ma non necessitano nemmeno dei servizi che girano attorno al mondo della condivisione.

Servizi come il prelievo in strada dei monopattini abbandonati o mal parcheggiati, la riallocazione dei monopattini in giro per le città in base alle esigenze, il prelievo necessario per portare in ricarica il monopattino in sharing.

La movimentazione di questi monopattini solitamente è continua e viene fatta con i cari vecchi furgoni diesel, che naturalmente hanno emissioni ben più alte che vanno conteggiate nel totale di quelle derivanti dall’uso dei monopattini elettrici condivisi.

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