SCIENZA

Dalla ricostruzione di un antico DNA vogliono far rivivere una specie ormai estinta

Gli scienziati vogliono riportare in vita il mammut lanoso: la scoperta del suo antico DNA ancora in perfette condizioni

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I cromosomi fossili di un mammut sono stati rinvenuti ancora intatti nella loro struttura, dopo 52.000 anni. Grazie a nuove tecnologie avanzate si è potuto realizzarne il modello in 3D. Il prossimo passo? L’idea assurda, e un po’ folle, è di riportare in vita la specie estinta.

Le ricerche sui cromosomi di un mammut lanoso

Un gruppo internazionale di ricerca, cui hanno partecipato il Baylor College of Medicine di Houston, l’Università di Copenaghen, il Centro Nazionale di Analisi Genomica e il Centro di Regolazione Genomica di Barcellona, ha pubblicato sulla rivista Cell i risultati di una scoperta sensazionale. In poche parole, per la prima volta in assoluto sono stati ricostruiti, con un modello tridimensionale, i cromosomi fossili di un mammut lanoso scomparso dal pianeta 52.000 anni fa. Essi conservano informazioni sui geni, ancora attivi nelle cellule e, soprattutto, aprirebbero a uno scenario quasi cinematografico: la possibilità di assemblare il genoma delle specie estinte, così da poterle riportare in vita.

Marcela Sandoval-Velasco, dell’Università di Copenaghen, parla di un ritrovamento davvero inedito: i resti perfettamente conservati hanno consentito di estrapolare il campione di DNA del mammut lanoso analizzato durante lo studio. Si è trattato di una sequenza che ha mantenuto la struttura del cromosoma congelata per decine di milioni di anni. L’animale era una femmina, rinvenuta nell’area dell’attuale Siberia: la sua carcassa, subito dopo il decesso, è andata incontro a un processo di naturale crioessicazione. Ciò ha permesso la preservazione ottimale del DNA, quasi vetrificandolo.

I ricercatori, quindi, lo hanno estratto da un campione di pelle del mammut, prelevato dietro l’orecchio. Con il metodo Hi-C, poi, sono stati in grado di rilevare le parti del genoma che avrebbero potuto trovarsi vicine e interagire tra loro per costituire il nucleo delle cellule. Tali informazioni di carattere fisico, successivamente, sono state combinate con la sequenza del DNA esistente, ottenendo una mappa ordinata e fedele sullo schema di quella degli elefanti odierni che, si è scoperto, come gli antichi mammut lanosi hanno 28 cromosomi.

Tuttavia, i geni degli antenati dell’elefante asiatico avevano configurazioni di attivazione differenti, tali da permettere a questi “mitici” animali di sviluppare pelo e lanuggine, indispensabili per tollerare meglio il freddo.

Riportare in vita gli animali estinti

Meglio fare subito chiarezza: animali preistorici o estinti da tempo, come il mammut lanoso, il dodo, i leoni delle caverne e via dicendo, non potranno mai più vivere sulla Terra, bensì solo nei libri e nei musei.

Uno studio pubblicato su Current Biology dimostrerebbe che le ricerche dell’uomo sono ancora lontane dall’essere in grado di resuscitare le specie animali scomparse. Anche intervenendo sul DNA ben conservato, come quello del mammut lanoso siberiano poc’anzi descritto, si potrebbero far nascere esemplari solo in apparenza simili a quelli estinti.

Gli esperimenti condotti sul ratto di Maclear, non più presente dal 1908, hanno escluso scenari di “resurrezione biologica“. Tom Gilbert, sempre dell’Università di Copenaghen, ha estratto il DNA del roditore da un paio di esemplari ben conservati, quindi l’ha sequenziato diverse volte per ottenere un genoma quanto più possibile completo.

Tuttavia, Gilbert si è accorto che il DNA antico si degrada e spezzetta in frammenti tanto infinitesimali da non poter essere nuovamente messi insieme. Il genoma del topo, alla fine, è stato impiegato per ricostruire un codice affine a quello dell’animaletto scomparso, ma non uguale. Il 5% del genoma del vero ratto di Macler, infatti, rimane perduto: si tratta di circa 25.000 geni, su un totale di 34.000, tra l’altro quelli necessari a rendere unica e irripetibile la specie.

Lavorando sul DNA di un animale estinto più piccolo rispetto al mammut, le conclusioni dello studio hanno generato un ratto con attributi vicini a quelli del campione originale, dalle orecchie alla peluria. Tuttavia, la ricostruzione dei geni che regolano il sistema immunitario e l’olfatto non è stata che parziale, tale da renderne diverso il comportamento durante la ricerca del cibo, del partner e nelle tattiche di difesa.

Insomma, per analogia, riportare in vita i mammut lanosi primigeni non sarebbe possibile: al limite, potremmo vedere scorrazzare delle copie conformi all’originale.

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