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Arriva l'app store russo: si chiama RuStore

Chiusi Play Store e App Store, in Russia VK prova a creare alternative con RuStore: ormai il Paese di Putin è all'autarchia digitale

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Fonte: Primakov / Shutterstock

Da poche ore, riferisce Reuters, il gruppo VK ha lanciato l’app store RuStore in Russia, che va a sostituire gli analoghi servizi Google e Apple chiusi dall’inizio del conflitto con l’Ucraina. Infatti, a causa del ban economico internazionale, in Russia sono stati chiusi sia il Google Play Store sia l’Apple Store. A prenderne il posto è VK, conosciuta anche come “Facebook russo” perché nel 2006 ha lanciato il social VKontakte, molto simile a quello di Zuckerberg.

Dietro VKontakte, tra l’altro, un tempo c’era un altro personaggio oggi famosissimo del mondo digital: Pavel Durov, fondatore di Telegram. Durov fu costretto, nel 2014, a cedere il controllo di VKontakte agli oligarchi a causa dei pessimi rapporti tra lui e il presidente Putin. Ironia della sorte, o forse no, oggi è proprio VK a provare a creare un’alternativa 100% russa alle app occidentali, al momento solo per gli utenti Android. Il RuStore è stato immediatamente supportato dal Ministero russo dello sviluppo digitale, delle comunicazioni e dei mass media che equivale a dire direttamente da Vladimir Putin. Il sostegno, in termini di tecnologia e expertise però è arrivato anche da Yandex, il motore di ricerca russo, dalla banca Sberbank e dalla famosa società di sicurezza informatica Kaspersky. Al momento su RuSore VK ha lanciato oltre 100 app che includono per lo più servizi governativi. Ma Vladimir Kiriyenko, CEO di VK, ha dichiarato: “Sono sicuro che RuStore sarà richiesto sia dagli utenti sia dagli sviluppatori. Ha tutto ciò di cui ha bisogno per diventare il più grande app store russo”. Compreso l’appoggio di Putin.

RuStore, una partenza con poche app

Oltre 144 milioni di russi, a causa dell’embargo imposto dalla comunità internazionale a causa dell’invasione dell’Ucraina, stanno vivendo in una realtà che li ha tagliati fuori dal mondo. Con la chiusura delle attività di Apple e Google, che hanno due dei più grandi app store del mondo, sono venuti a mancare tutti quei servizi base che vanno dalla consultazione delle previsioni meteo ai servizi bancari, gestiti, ovviamente tramite app.

Gli smartphone dei russi, sia con sistema operativo Android, sia con sistema operativo iOS, nel giro di poche settimane sono diventati inutilizzabili se non per fare telefonate e videochiamate, sempre all’interno del recinto della Confederazione russa.

La reazione della Russia però è stata quasi immediata: iniziare a sviluppare alternative digitali nazionali. La scelta è caduta su VK, che offre una gamma di servizi online dalle piattaforme di social media alla consegna di cibo.

L’autarchia digitale russa

Dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, ci sono state diverse sanzioni contro la Russia con l’obiettivo di portare il governo alla bancarotta. Per ora il Cremlino si difende con l’autarchia, ossia con la creazione di servizi nazionali e attivi entro i confini della Confederazione Russa, con risorse esclusivamente interne e basati sull’economia del Rublo.

Anche perché deve fare tutta da sola, anche nel mondo digitale, dopo l’addio dei social come Facebook, Instagram e Twitter, la chiusura persino di OnlyFans e dei servizi di cloud storage.

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