SCIENZA

Attenti al pesce ragno velenoso: la tracina si nasconde nella sabbia

Il mare nasconde molte insidie e la tracina è una di queste: cosa sapere sul "pesce ragno" che si nasconde nei fondali sabbiosi.

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Fonte: 123RF

Lo chiamano “pesce ragno” e le sue spine sono velenose. La tracina rappresenta uno dei pericoli principali per chi si gode i consueti bagni in spiaggia, perché vive principalmente nei fondali sabbiosi e proprio nella sabbia riesce a mimetizzarsi in modo praticamente perfetto. Di conseguenza è difficile individuare la sua presenza ed è per tale ragione che è bene conoscere questo particolare pesce, riuscendo così a localizzarlo (ed evitarlo).

Un po’ di informazioni sulla tracina

La tracina o “pesce ragno” appartiene alla famiglia Trachinidae. Tecnicamente se ne distinguono nove specie, che vivono nei bassi fondali sabbiosi di tutto il Mediterraneo ma anche nell’Atlantico orientale, nel Mare del Nord e in generale in tutte le aree costiere europee.

Ma come è fatto questo pesce? Essendo un pesce da fondale, il suo corpo ha il ventre appiattito con una testa arrotondata e la bocca molto grande. La sua caratteristica principale, però, è la pinna spinata che precede quella dorsale, collegata a una ghiandola che produce veleno. I colori variano dal bianco al giallo al beige, con presenza di nero o marrone e, a seconda della specie, le dimensioni possono variare (si va da 15 fino a 53 cm).

Attenzione alle spine velenose

Come già sottolineato, una delle peculiarità della tracina è proprio la presenza di spine sul dorso: vanno da 5 a 7, sono molto robuste e generalmente in condizioni di riposo restano abbassate. Il pesce ragno le solleva istintivamente come “scudo” e protezione in situazione di pericolo.

Ecco perché possono rappresentare un bel problema per i bagnanti. Non è semplice accorgersi della sua presenza, mimetizzandosi nel fondale sabbioso, e basta avvicinarsi (anche inavvertitamente) a essa per scatenarne la reazione e finire col pestarne le spine velenose.

Come riporta un approfondimento dell’Istituto Superiore di Sanità, ancora non è del tutto nota l’esatta composizione del veleno della tracina. Sappiamo che “contiene una miscela di più sostanze tossiche di natura proteica”, tra le quali la dracotossina, una “molecola molto instabile che avrebbe una azione emolitica (distrugge le cellule del sangue) ed è sensibile alla temperatura”. Oltre alla dracotossina sono presenti anche serotonina e istamina che “contribuiscono alla reazione alla puntura ma provocano anche reazioni generali come il senso di panico che subentra nelle persone immediatamente dopo essere state punte”.

Cosa fare in caso di puntura

Come nel caso di tutti i potenziali pericoli in mare – vedi le punture di razza o i contatti spiacevoli con le meduse velenose – è bene conoscere i rimedi e, non da meno, tutti i passaggi da attuare in attesa di ricevere i dovuti soccorsi. La puntura della tracina è molto dolorosa e il suo effetto può durare per diverse ore. Non è certamente da sottovalutare.

È sempre l’ISS a fornire qualche informazione in merito. Qualora si venisse punti in spiaggia, appunto, si può “mettere il piede nella sabbia calda” per attenuare il dolore, evitando invece ghiaccio o acqua fredda. Da evitare anche l’ammoniaca, consigliata nel caso di punture di vespe e altri insetti, preferendo “immergere immediatamente la parte ferita in acqua molto calda (…) perché la temperatura inattiva le tossine di natura proteica, che sono termolabili”. Va da sé che nel più breve tempo possibile si debba ricorrere al medico che in base ai sintomi può stabilire una cura a livello locale e generale.

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