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Tutto sul pesce prete, si nasconde nei fondali ed è dotato di spine: ma è pericoloso?

Cos'è il pesce prete? Se non lo avete mai sentito nominare, ecco tutte le informazioni cruciali sul suo conto, compreso il potenziale rischio per l'uomo

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Pesce prete Fonte foto: 123RF

Avete mai sentito parlare del pesce prete? Si tratta di una creatura rara, in termini di avvistamenti, che sembra uscita da uno script cinematografico. I suoi lineamenti sono minacciosi e si potrebbe serenamente classificarla nel novero delle “creature mostruose”. Non il tipico pesce da scatto ricordo in vacanza, insomma.

Cosa sappiamo del pesce prete

Si è tornati a parlare molto del pesce prete in questo 2024. A febbraio, infatti, ha avuto un’enorme diffusione la foto scattata dall’italiano Pietro Formis. Il fotografo subacqueo è stato premiato con una menzione d’onore alla 59a edizione del Wildlife Photographer of the Year, nella categoria Animal Portraits, per la sua “Death in Waiting”.

Nell’immagine si vedono i lineamenti minacciosi di un pesce prete. A separarlo dall’obiettivo delle splendide striature turchesi, che offrono un po’ di poesia a un’immagine altrimenti unicamente spaventosa.

L’obiettivo della foto era quello di stimolare l’interesse del grande pubblico per la biodiversità. Ciò comprende anche quei soggetti che non rientrano esattamente nel novero delle “bellezze naturali”. Questo predatore non sarà bello ma è di certo affascinante, alla sua maniera.

Vanta denti aguzzi che si affacciano da una bocca rivolta verso l’alto. Inquietano poi i suoi occhi sporgenti, che sembrano costantemente rivolti verso il cielo. Il suo nome è decisamente particolare e si lega proprio a questo sguardo, che sembra in perenne adorazione o devozione. Si tratta però soltanto della traduzione italiana, considerando come in inglese sia il Mediterranean stargazer.

È pericoloso?

Il pesce prete è una creatura molto attenta a studiare la giusta strategia per cibarsi. La sua lunghezza varia dai 15 ai 20 cm, in media. Si nasconde nei fondali sabbiosi, riuscendo perfettamente a mimetizzarsi. Non fa che attendere la giusta preda, in posa. La adesca grazie alla sua lingua a forma di verme, che estende e poi ritrae al momento giusto.

La natura lo ha dotato di spine velenifere e organi in grado di produrre scosse elettriche (dovrebbero essere funzionali al corteggiamento). Quando decide di attaccare, scatta fuori dal nascondiglio e si richiude velocissimo sulla preda, inghiottendola interamente, ben prima che questa possa intuire il pericolo.

Il pericolo per l’uomo è rappresentato da un inavvertito calpestio della creatura. Di fianco agli occhi ha delle spine inclinate verso l’alto che rilasciano del veleno. La prima reazione va dal bruciore al prurito, ma le conseguenze variano da soggetto a soggetto. In termini di pericolosità, a dire il vero, sarebbe il pesce prete a doverci temere. È infatti una delle creature poste a rischio dalla pesca intensiva, dal cambiamento climatico e dall’insediamento umano. La famosa foto in questione è utile, dunque, anche a ricordare l’importanza della tutela di tutte le specie animali.

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