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La Vespa velutina ha preso d'assalto l'Italia: nidi in 5 Regioni

Non è come la vespa comune ed è stata ribattezzata "calabrone killer": la Vespa velutina ha invaso l'Italia e rappresenta una seria minaccia.

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La Vespa velutina ha invaso l'Italia Fonte foto: iStock

L’hanno ribattezzata "calabrone killer" e ormai è arrivata in Italia, mettendo a rischio sia la biodiversità che l’uomo. Parliamo della Vespa velutina o calabrone dalle zampe gialle, detto anche impropriamente calabrone asiatico, un imenottero della famiglia Vespidae originario del sud-est asiatico. Ma cosa ci fa questo insetto nel nostro Paese? Sembrerà assurdo, ma è bastata un’unica regina per creare un’intera colonia.

Allarme Vespa velutina in Italia

Come spiegato da Laura Bortolotti, coordinatrice del programma Stop velutina, questo insetto ha cominciato a migrare dal sud-est asiatico qualche anno fa, agevolato principalmente da due fattori: da una parte la sua grande capacità di adattamento, dall’altro l’innalzamento delle temperature che consente la proliferazione dei nidi.

"Gli spostamenti sono legati alle attività umane. Le regine passano l’inverno nel legno, nella paglia, nella terra. I focolai nascono così, basta anche un trasporto di legname", riporta il Quotidiano Nazionale. E in effetti questo killer delle api, nonché croce degli apicoltori, è giunto in Italia proprio a causa dell’uomo: la Vespa velutina dapprima è arrivata in Francia nel vasellame di bonsai, poi un’unica regina ha sviluppato un’intera popolazione. "Se già fecondata [una regina, ndr] basta per creare una colonia. La cosa incredibile è che da un unico esemplare si sia sviluppata un’intera popolazione che ha occupato buona parte dell’Europa. Di solito le specie vanno incontro a problematiche legate alla scarsa variabilità genetica", ha spiegato la Bortolotti.

Dove si trovano i nidi del "calabrone killer"

Com’è ovvio, non parliamo delle classiche vespe a cui siamo abituati, ma di una specie aliena e invasiva che, per una serie di circostanze oltre che per la grande adattabilità, è riuscita a espandersi in tutta Europa a macchia di leopardo.

Tra queste la cosiddetta poliandria, termine che in etologia indica il comportamento delle femmine che si accoppiano con più maschi durante una sola stagione amorosa. "Questo fa sì che all’interno della colonia abbiano una variabilità genetica maggiore rispetto alle specie che si accoppiano con un solo maschio", ha aggiunto la Bortolotti.

Le Regioni italiane "scelte" dalla vespa velutina sono Liguria, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto. Almeno per il momento, ribadiscono gli esperti. In Piemonte, di recente, sono state persino attivate delle "ronde" per monitorare la presenza dell’insetto e a Torino, dove un nido è stato scoperto anche in città, l’Università ha istituito una task force sulla Vespa velutina.

Perché la Vespa velutina è pericolosa

Se viene chiamata "calabrone killer" un motivo c’è ed è ciò che ha messo in allerta gli apicoltori italiani, e non solo. La Vespa velutina rappresenta una seria minaccia per le api mellifere perché è di esse che si nutre principalmente. La presenza di questo insetto – da non confondere con le vespe comuni – incide non solo sul tasso di mortalità delle api, ma ne inficia la stessa attività di impollinazione azzerandone il volo per via di uno stress che raggiunge picchi tali da provocarne il collasso. Qualche numero: una singola Vespa velutina può catturare e uccidere un’ape ogni 10 secondi.

Se l’apicoltura è il campo di battaglia di questi imenotteri, ricordiamo che la presenza del calabrone dalle zampe gialle rappresenta un rischio anche per la viticoltura. "Tra le ultime scoperte abbiamo trovato esemplari di velutina sull’uva fermentata. Quindi può essere sicuramente un problema anche per i viticoltori. Vorremmo studiare meglio questo aspetto. È urgente farlo perché la viticoltura è essenziale, come la salute di chi lavora in agricoltura", ha spiegato il biologo Simone Tosi al Quotidiano Nazionale. Il rischio si estende infatti anche all’uomo, considerato che la puntura di Vespa velutina può provocare shock anafilattico ed essere letale per gli individui predisposti.

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