SCIENZA

Perché il cielo qui si è stranamente dipinto di rosa

Uno spettacolo di luci scintillanti che dal cipria tendevano al viola: le aurore boreali rosa hanno dipinto il cielo e sono rarissime. Cos'è successo, allora, e perché sono diventate di questo colore così suggestivo?

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Le aurore boreali, non servirebbe dirlo, sono fenomeni a dir poco incantevoli. Sia per gli appassionati che per coloro che si limitano a osservare il cielo disconoscendone le peculiarità, questi eventi ottici lasciano davvero a bocca aperta. Recentemente, però, è successo qualcosa di strano: le bande luminose che le caratterizzano, a un certo punto, sono diventate rosa.

Ora, attenzione, non si tratta di qualcosa di mai visto prima ma è decisamente un evento raro e molto, molto insolito, tant’è che diverse persone hanno immortalato le sfumature che dal cipria andavano al viola nei cieli sopra la Norvegia. Ma cos’è successo davvero? E perché le aurore boreali rosa sono così rare?

Le aurore boreali rosa e il cielo dipinto

Era una notte come le altre in Norvergia, quando una serie di turisti e abitanti della zona sono rimasti estasiati da quanto stava accadendo nel cielo. Tra loro si trovava anche Markus Varik, una guida naturalistica e ambientalistica specializzata nelle escursioni a Tromsø, città norvegese notissima proprio per la possibilità di osservare in modo completo e dettagliato le aurore boreali. Quando il cielo ha cominciato a volgere al rosa, Varik ha fatto degli scatti che ha poi mandato a diverse riviste scientifiche.

Le aurore boreali rosa sono apparse intorno alle 18.00 (ora locale) e sono durate per circa due minuti, prima di tornare a virare verso il verde, il colore “naturale” di questi fenomeni. A rispondere a Varik, che chiedeva delucidazioni sul peculiare cielo dipinto che si è trovato davanti, è stato un team di ricercatori che lavorano per il sito web Space Weather. E il motivo per cui le aurore sono diventate rosa è stato presto spiegato.

Lo zampino del sole nelle aurore boreali rosa

A far diventare rosa le aurore boreali è stato nientemeno che il nostro Sole. O meglio, sono state le sue attività magnetiche. Sì, perché nel giorno dell’avvistamento (avvenuto la prima settimana di novembre) si è verificata una tempesta solare particolarmente forte. Per chi non lo sapesse, le tempeste solari sono il risultato di forti emissioni di materia dalla corona della nostra Stella madre, che fuoriuscendo dalla sua corona generano il cosiddetto vento solare.

Questo vento è formato da particelle che, visto il forte getto dell’espulsione, “disturbano” la magnetosfera della Terra, impattando dunque sul campo magnetico del nostro pianeta. Nel caso specifico delle aurore borali rosa recentemente avvistate, la tempesta solare in atto era non solo molto forte, ma con il getto perfettamente diretto verso il nostro pianeta, cosa che ha fatto sì che si creasse una sorta di “squarcio” profondo.

Lo squarcio ha così consentito alle particelle solari, altamente energetiche, di penetrare nell’atmosfera più in profondità del normale, dipingendo il cielo di rosa. Questo evento accade circa una volta ogni 10-15 anni ed è davvero incantevole da vedere, ma le tempeste solari possono fare anche di più: nel 1989 il getto delle particelle era talmente forte che apparve nei cieli terrestri un’aurora boreale così grande da essere visibile dal Quebec fino al Texas.

Il sole e le aurore boreali

Dunque, la tempesta solare ha cambiato il colore delle aurore boreali, rendendole rosa. Ma come si comportano questi fenomeni ottici, in natura? E perché si formano? È presto detto: le aurore boreali si formano sempre e comunque grazie ai venti solari che passano intorno al campo magnetico del nostro pianeta. La nostra magnetosfera ci protegge dalle radiazioni cosmiche, ma lo “scudo” che crea è molto più debole al Polo Nord e al Polo Sud.

Questo fa sì che il vento attraversi l’atmosfera e, quando accade, le particelle solari surriscaldano i suoi gas, che poi brillano in maniera vibrante nel cielo notturno. Tuttavia, le aurore appaiono più comunemente verdi perché gli atomi di ossigeno, che sono abbondanti nella parte dell’atmosfera normalmente raggiunta dal vento solare, emettono quella tonalità quando si surriscaldano. Il tono rosa, invece, è stato dato dal raggiungimento più in profondità che a permesso alle particelle solari di schiantarsi contro gli atomi d’azoto. Semplice, no?

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