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Brillamenti solari in alta definizione: nuovo traguardo raggiunto dal telescopio spaziale CCOR-1

Il telescopio spaziale CCOR-1 promette una rivoluzione scientifica: le immagini dei brillamenti del Sole in alta definizione

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Brillamenti solari Fonte foto: Department of Commerce | National Oceanic & Atmospheric Administration

Gli scienziati stanno finalmente ottenendo una visione nuova e potente del gas elettrificato che si sprigiona dalla superficie del Sole prima del bagliore di un’aurora boreale. Si mira a raggiungere una visione che possa spiegare come queste espulsioni si muovano attraverso la corona, ovvero l’atmosfera esterna della nostra stella.

Cos’è il CCOR-1

La NOAA, ovvero la National and Atmospheric Adiministration, ha presentato le prime immagini del più recente telescopio spaziale lanciato. I meteorologi sfrutteranno le immagini di tale dispositivo avanzatissimo per poter migliorare le previsioni spaziali. Ciò comprende anche il momento in cui ci si può aspettare di vedere le aurore.

Il nuovo strumento all’avanguardia ha come nome Compact Coronagraph, abbreviato in CCOR-1. Il suo lancio è avvenuto a giugno scorso a bordo di GOES-19, ovvero il più recente della grande flotta di satelliti meteorologici della NOAA. Il coronografo è in grado di monitorare tutto il tempo il Sole, inviando al tempo stesso i dati ottenuti agli scienziati sulla Terra con un intervallo di tempo di 15 minuti.

Il CCOR-1 è il primo coronografo dedicato alle previsioni. In passato, gli scienziati hanno fatto affidamento alle immagini dei satelliti sfruttati principalmente per la ricerca a lungo termine. Stando al dottor James Spann, scienziato senior per le osservazioni meteo spaziali presso la NOAA, i satelliti per la ricerca non sono progettati per la raccolta continua dei dati. Ciò vuol dire che i meteorologi potrebbero essere lasciati senza vista sull’attività solare per ore.

Una soluzione rivoluzionaria

Considerando tale annoso problema, CCOR-1 rappresenta una vera e propria svolta. Il coronografo è di fatto un telescopio solare che osserva la corona, come il nome suggerisce. Si parla della sezione esterna e vaporosa dell’atmosfera della nostra stella, tipicamente invisibile dalla Terra (la si può individuare nel corso di un’eclissi solare).

Il nuovo telescopio sfrutta una maschera per poter bloccare la luce del Sole, come una Luna in eclissi di fatto. I brillamenti come quelli individuati da CCOR-1 sono creati da contorsioni instabili nel campo magnetico del Sole. Tutto ciò provoca l’espulsione di plasma caldo nell’atmosfera.

Queste tempeste, note come espulsioni di massa coronale, a volte si dirigono verso il nostro pianeta, provocando luci scintillanti nei nostri cieli notturni. Di fatto le aurore che ammiriamo sono l’espressione più visibile del tempo spaziale, ha spiegato Spann.

Il tempo spaziale può però avere anche effetti disastrosi. Le radiazioni dell’attività del Sole infatti possono danneggiare gli astronauti della SSI. Di fatto, l’atmosfera della Terra viene riscaldata, l’attività dei satelliti GPS risulta influenzata e lo stesso dicasi per altri sistemi di comunicazione presenti in orbita.

Stando a quanto indicato da NASA e NOAA, il Sole ha raggiunto un picco d’attività. Ciò vuol dire che ci si attende un aumento del numero di tempeste solari anche l’anno prossimo. Per questo motivo è cruciale che i meteorologi spaziali siano preparati, al fine di evitare che un’esplosione molto potente di materiale solare metta fuori gioco i sistemi di gran parte del pianeta.

Il dottor Spann si è così espresso in merito: “Non è una questione di se, ma solo una questione di quando si verificherà una grande esplosione”.

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