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SCIENZA

Aurora boreale in Australia e Nuova Zelanda: potrebbe succedere anche in Italia?

Aurora boreale in Australia e Nuova Zelanda dal 29 al 31 luglio 2024: sarà possibile vederla anche in Italia? La risposta degli esperti e le conseguenze geomagnetiche di tali fenomeni

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Aurora australe Fonte foto: 123RF

Qual è la differenza tra aurora boreale e aurora australe? Alla scoperta di ciò che genera questi fenomeni spettacolari.

Si tratta di manifestazioni capaci di attirare e affascinare le persone di tutto il mondo, ma che possono avere anche un rovescio della medaglia. Quali possono essere i loro effetti?

L’aurora australe e l’attività geomagnetica

Nella notta di martedì 30 luglio 2024, i cieli sopra l’Australia meridionale e la Nuova Zelanda hanno offerto uno spettacolo eccezionale, illuminandosi di una vivida gamma di colori grazie all’aurora australe. Questo straordinario fenomeno è il risultato dell’interazione tra le particelle provenienti dalle tempeste geomagnetiche e dalle eruzioni solari con l’atmosfera terrestre.

Le scenografiche aurore sono state avvistate in luoghi come la Tasmania, Melbourne e anche nell’area occidentale dell’Australia, dove bande color verde, oro, rosso e arancione hanno dipinto il cielo notturno, creando un panorama incantato e surreale.

Il Bureau of Meteorology australiano aveva già emesso un avviso, informando che una serie di significative espulsioni di plasma dalla corona solare, conosciute come espulsioni di massa coronale (CME), avrebbero interagito con l’atmosfera terrestre da lunedì 20 luglio a mercoledì 31 luglio.

Queste particelle cariche, quando entrano in contatto con il campo magnetico del nostro pianeta, generano luci incredibili nei pressi dei poli: l’impatto, infatti, genera movimenti di particelle nell’atmosfera superiore, i quali emettono luce quando tornano al loro stato energetico normale. Ecco spiegate quelle manifestazioni note come aurore boreali.

L’ufficio meteorologico aveva previsto una significativa attività geomagnetica, con la possibilità per le persone di osservare le aurore durante le ore notturne. Così, intorno alle 21:00 di martedì, gli appassionati di astronomia e i curiosi che si trovavano nei luoghi più favorevoli, hanno assistito a questo evento straordinario. L’aurora australe è stata descritta come uno spettacolo d’intensità variabile, da moderata a intensa, e visibile dal nord del Paese fino al sud, nel New South Wales.

La meteorologa senior del Bureau of Meteorology, Miriam Bradbury, ha commentato che le condizioni atmosferiche favorevoli hanno permesso l’osservazione del fenomeno in diverse località. I cieli, infatti, in questi giorni erano scuri, privi di eccessivo inquinamento luminoso e di troppe nuvole.

L’aurora australe è un fenomeno meno conosciuto rispetto alla sua controparte settentrionale, ossia l’aurora boreale, ma non per questo privo di fascino. Ogni manifestazione di luci è unica e offre uno sguardo insolito sulle modalità con cui il nostro pianeta interagisce con le forze cosmiche.

La recente attività solare ha incrementato la frequenza e l’intensità delle aurore, visibili anche in luoghi più a sud del solito, come l’Australia. La scienza dietro questo fenomeno è affascinante e dimostra quanto la nostra atmosfera possa essere dinamica e influenzata dagli eventi cosmici.

Cosa accadrà in Italia?

Come spiegato fin qui, le aurore boreali e australi avvengono in stretta correlazione con l’attività geomagnetica solare. Se molte persone in Australia e Nuova Zelanda in questi giorni hanno avuto la fortuna di assistere a cieli notturni colorati, cosa accadrà da noi?

Il picco della tempesta geomagnetica di categoria G3 in atto, definita “forte“, è stato previsto per il 30 luglio 2024. L’evento è stato descritto come una tempesta “cannibale”, in cui diverse espulsioni di massa coronale si fondono, aumentando l’energia diretta verso la Terra.

Oltre a produrre quei fenomeni spettacolari che sono le aurore, le tempeste geomagnetiche di questo tipo possono causare problemi alle comunicazioni radio: tuttavia, questa volta non si sono presentate complicazioni degne di nota.

Secondo lo Space Weather Prediction Center del NOAA, questa tempesta è alimentata da una serie di brillamenti solari avvenuti tra il 27 e il 28 luglio, originati dalle macchie solari AR3765-67. I brillamenti solari sono rilasci di energia elettromagnetica dalla superficie del Sole, che possono espellere plasma nello spazio. Tali espulsioni viaggiano a diverse velocità e, quando si fondono, sono in grado formare un potente flusso di plasma.

Lo stesso Space Weather Prediction Center ha previsto anche la possibilità di una tempesta di categoria G2, categorizzata come “moderata“, il 31 luglio 2024, mentre le espulsioni coronali successive continuano ad avvicinarsi alla Terra, potenzialmente rafforzando l’attività geomagnetica residua. E le aurore boreali? Rimarranno ad elevate altitudini e non saranno visibili in Italia.

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