L’axolotl messicano, un specie in via di estinzione è stata salvata
L'axolotl ha un impatto ecologico e culturale in Messico: ecco in che modo un nuovo progetto ha forse salvato la specie dall'estinzione
L’axolotl è senza dubbio uno degli animali più minacciati al mondo. Un nuovo progetto scientifico lanciato in Messico, però, riaccende di colpo la speranza per il suo futuro. Una specie straordinaria e iconica, che potrebbe essere salvata dall’estinzione.
Una nuova speranza per l’Axolotl
Stando a un recente studio pubblicato sulla rivista PLoS One, un gruppo di ricercatori ha rilasciato ben 18 axolotl nati in cattività. Il tutto è avvenuto in due aree umide nei pressi di Città del Messico. Territorio precedentemente riqualificato, fondamentale per questo esperimento dai risultati sorprendenti.
Gli esperti hanno evidenziato infatti non soltanto la sopravvivenza degli esemplari ma, al tempo stesso, anche lo sviluppo di comportamenti naturali. Nonostante siano nati in cattività e, dunque, abbiano ricevuto dagli addetti il necessario per sopravvivere, hanno iniziato serenamente a ricercare cibo e aumentare di peso. C’è dunque speranza di scongiurare la loro estinzione.
“Un risultato incredibile”, ha spiegato la dottoressa Alejandra Ramos, ricercatrice dell’Università Autonoma della Baja California, che ha guidato il progetto. “Abbiamo dimostrato che è possibile riportare l’axolotl nel suo habitat originario”.
Un simbolo culturale
Sappiamo che l’axolotl non ha soltanto un valore ecologico. La sua importanza in Messico è soprattutto culturale. Occorre fare riferimento alla leggenda azteca, che lo vede come la trasformazione del dio del fuoco e del fulmine, Xolotl. Al fine di sfuggire alla morte, si tramutò in una salamandra. Partendo da questa storia, tramandata e riscoperta in epoca moderna, l’axolotl è poi divenuto un simbolo della lotta per la conservazione della biodiversità urbana.
C’è stato un tempo in cui le acque di Xochimilco, area a sud di Città del Messico, ospitavano migliaia di axolotl. L’urbanizzazione, l’inquinamento e la progressiva scomparsa delle pratiche agricole tradizionali ne hanno però decimato la popolazione. Alcune stime sono particolarmente terrificanti, evidenziando appena 50 esemplari rimasti in natura.
“Se perdiamo questa specie, perdiamo una parte della nostra identità nazionale”, ha spiegato il dottor Luis Zambrano, co-autore dello studio e biologo dell’Università Nazionale del Messico. “Se riusciamo a far sopravvivere l’axolotl in una metropoli da oltre 20 milioni di abitanti, allora possiamo credere in un futuro migliore per tutti”.
L’altra faccia del progetto
Il progetto scientifico avviato non si è limitato al rilascio degli animali. È stato infatti preceduto da mesi di duro lavoro con volontari e agricoltori locali. Sono stati così creati dei rifugi naturali, installati dei sistemi di filtraggio biologici per la depurazione dell’acqua e predisposti due ambienti sicuri. Uno è nel cuore di Xochimilco e l’altro in una cava abbandonata, trasformata in una zona umida artificiale nel corso degli anni.
Un risultato enorme che è frutto della collaborazione umana. Ogni axolotl è stato poi dotato di un dispositivo di tracciamento radio. Ciò ha consentito ai ricercatori di monitorare non soltanto i movimenti, ma anche le condizioni degli esemplari.
Tutti gli esemplari rilasciati sono sopravvissuti. “E quelli che siamo riusciti a ricatturare erano persino ingrassati: significa che stanno cacciando e si stanno adattando all’ambiente”, ha aggiunto la dottoressa Ramos.
L’analisi in natura ha poi evidenziato anche un comportamento inedito: alcuni esemplari trascorrono molto tempo insieme, quasi a formare dei legami sociali. Un comportamento che apre nuove prospettive di ricerca sulla vita relazionale dell’axolotl.