È successa una cosa strana per la bassa pressione: l'acqua ha smesso di bollire a 100 gradi
Uno strano fenomeno accaduto a novembre è stato recentemente spiegato da un team di ricercatori, che ha collegato le modalità di ebollizione dell'acqua al meteo
Nel mese di novembre dello scorso anno l’Europa è stata interessata dalla tempesta Ciaran. I suoi effetti sono stati devastanti: sono stati tantissimi i Paesi messi a dura prova per via delle raffiche di vento, delle precipitazioni, delle mareggiate e dei temporali che ha portato con sé. Sull’Inghilterra e sulle Isole Britanniche in particolare si sono riscontrate delle conseguenze funeste, che hanno più volte fatto gridare all’allarme.
Eppure, c’è qualcosa che nessuno aveva collegato alla tempesta: il fatto che le tazze di tè bevute durante i giorni interessati dal cataclisma fossero di pessima qualità. Ci sono voluti diversi mesi, un lavoro certosino di analisi dei dati e lo sforzo di un team di studiosi della University of Reading per capire che le cose erano connesse e che tutto aveva a che fare con la bassa pressione e il livello di ebollizione dell’acqua.
Gli effetti del clima sulle tazze di tè
Com’è possibile leggere sul sito web della University of Reading e ancor più dettagliatamente nello studio pubblicato sulla rivista scientifica inglese della Royal Meteorological Society, gli studiosi hanno scoperto che la tempesta Ciarán ha prodotto una bassa pressione insolitamente profonda in particolare sul Regno Unito meridionale a novembre.
Questa bassa pressione ha fornito agli scienziati un’opportunità per analizzare diverse tipologie di pressioni (misurate, associate, ottenute da sensori o da reti di osservazione) e ottenere dei valori relativi alla pressione assoluta. Questi valori si sono mostrati molto ridotti in diverse aree del Regno Unito e ciò avrebbe portato a una singolare conseguenza: avrebbe fatto abbassare la temperatura di ebollizione dell’acqua. Da qui, la scarsa qualità delle tazze di tè.
Le analisi e gli esperimenti
Per riuscire a dare ulteriore forza alla propria ricerca, gli scienziati hanno eseguito esperimenti controllati, utilizzando strumenti all’avanguardia e… un modesto bollitore elettrico standard. Facendo prove su prove, i ricercatori sono riusciti a registrare diversi valori di temperature di ebollizione dell’acqua e hanno tracciato dei grafici che tenevano conto di diverse condizioni di pressione dell’aria.
Fatto ciò, hanno circoscritto ciò che è accaduto a livello regionale durante le tempesta, combinando dati meteorologici provenienti da vari enti e istituti, tra cui le diverse stazioni meteorologiche stradali in tutta l’Inghilterra meridionale, e analizzando a fondo tutte le letture della pressione dell’Osservatorio Atmosferico interno della propria università.
La bassa pressione e il cambiamento climatico
Il risultato? Secondo quanto dimostrato dagli studiosi della University of Reading, per via della tempesta Ciarán il punto d’ebollizione dell’acqua è sceso sotto i 100 °C, arrivando a 98 °C. Si tratta appunto di una conseguenza del fenomeno meteorologico perché, per una questione fisica, per far bollire l’acqua la pressione atmosferica deve corrispondere alla pressione di vapore del liquido.
Dato che la pressione atmosferica scende durante il maltempo, è evidentemente sceso il valore della pressione di vapore. Cosa c’è, dunque, di anomalo? Il fatto che la tempesta Ciarán è uno degli eventi atmosferici correlati al cambiamento climatico. Sì, perché le cifre registrate dai barometri durante la tempesta sono state le più basse registrate nel Regno Unito dal 1989 e, guardando ancora indietro, valori più bassi risalivano a ben due secoli prima.
Ciò significa che i cambiamenti meteorologici e climatici che stiamo registrando influiscono sulla nostra vita in modi a cui potremmo non fare attenzione, ma che stanno, purtroppo, modificando anche in modo drastico la nostra vita. Ed è per questo che dovremmo presto correre ai ripari.