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Clamoroso: Piracy Shield ha bloccato Google

Questa volta un segnalatore autorizzato di Piracy Shield l'ha fatta grossa: sabato sera la piattaforma ha bloccato per sbaglio Google Drive e YouTube

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E’ polemica, tra gli addetti ai lavori, per il clamoroso errore della piattaforma antipirateria Piracy Shield, quella messa in piedi dall’AGCOM per bloccare il “pezzotto” e proteggere i diritti TV di DAZN, Sky e delle altre big dell’editoria. Ancora una volta Piracy Shield ha colpito un obiettivo sbagliato, mettendo KO un servizio assolutamente legittimo, solo che stavolta il servizio era quello di Google Drive.

Piracy Shield blocca Google Drive: che è successo

Tutto inizia sabato sera, poco prima delle 19:00, quando migliaia e migliaia di utenti italiani di Google Drive iniziano ad avere problemi a caricare e scaricare file dal proprio spazio cloud. Qualche disservizio minore anche per gli utenti di YouTube.

Ben presto inizia a circolare la voce che Piracy Shield ha bloccato un dominio di Google, causando il problema. In effetti, sabato sera alle 18:00 era iniziata Milan-Udinese e, ale 20:45, era in programma Juventus-Lazio.

Questa ipotesi viene ben presto confermata: Piracy Shield ha bloccato il dominio drive.usercontent.google.com, che è proprio uno di quelli usati da Google per erogare i suoi servizi.

Appena è stato chiaro che il “down” di Google Drive non era stato causato da un problema interno, ma da un intervento sul dominio in questione, gli operatori telefonici e gli Internet Provider italiani hanno sbloccato manualmente drive.usercontent.google.com, ripristinando le funzioni di Google Drive.

Non tutti gli operatori lo hanno fatto negli stessi tempi, qualcuno ci ha messo di più e qualcuno di meno e, proprio per questo, utenti diversi, con operatori diversi, hanno avuto accesso al servizio in tempi diversi.

Come è potuto succedere?

Questo episodio può sembrare incredibile, ma in realtà rispecchia fedelmente il modo in cui funziona Piracy Shield. In buona sostanza, sabato nel tardi pomeriggio, uno dei tanti segnalatori autorizzati ad usare Piracy Shield ha aperto un ticket per bloccare il dominio drive.usercontent.google.com.

La procedura di funzionamento di Piracy Shield non prevede alcun controllo sui ticket aperti: vengono automaticamente girati agli Internet Provider, che hanno 30 minuti al massimo per bloccare gli indirizzi segnalati.

A meno che tali indirizzi non siano nella “white list” di indirizzi sicuri, che non vanno mai bloccati, e stranamente quello di Google non c’era.

In questa vicenda, quindi, ci sono stati tanti errori che, messi insieme, hanno fatto il guaio: il segnalatore ha palesemente sbagliato a incollare l’indirizzo da bloccare mentre apriva il ticket (difficile pensare, infatti, che qualcuno abbia voluto bloccare Google di proposito), la lista di indirizzi sicuri ha degli evidenti buchi, non tutti gli operatori Internet sono stati solerti nel rimediare agli errori, una volta scoperti.

Un errore chiamato Google

E’ importante ricordare che quanto è successo sabato sera non è affatto un caso isolato: è solo l’errore più “rumoroso” di una lunga lista, un errore di cui si sta parlando molto perché l’azienda che ha subito, suo malgrado, il disservizio è Google.

Nei mesi passati, invece, ad essere bloccati per sbaglio sono stati i domini di piccole e medie aziende italiane, siti di istituti scolastici e molte altre risorse online sconosciute ai più, ma importanti per chi le gestiva.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, fino ad ora, non ha rilasciato alcun comunicato per spiegare cosa sia successo e perché.

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