SCIENZA

C'è una collisione in corso nel cielo: ecco cosa sta succedendo

Gli scienziati e gli astronomi stanno cercando di approfondire alcuni ammassi di galassie in fase di collisione: le immagini sono spettacolari

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Fonte: X-ray: Chandra: NASA/CXC/Univ. of Bolonga/K. Rajpurohit et al.; XMM-Newton: ESA/XMM-Newton/Univ. of Bolonga/K. Rajpurohit et al. Radio: LOFAR: LOFAR/ASTRON; GMRT: NCRA/TIFR/GMRT; VLA: NSF/NRAO/VLA; Optical/IR: Pan-STARRS

Nello spazio sembra che ormai le collisioni siano all’ordine del giorno. Una delle ultime testimonianze è quella osservata dal dispositivo a raggi X Chandra in dotazione alla NASA e dall’XMM-Newton dell’ESA. Le due agenzie spaziali hanno concentrato la loro attenzione su tre ammassi di galassie sempre più vicine tra loro.

Grazie anche al supporto di una serie di radiotelescopi molto sofisticati, gli astronomi sono stati in grado di decifrare quella che inizialmente sembrava una scena alquanto confusa. Le collisioni come quella di cui si sta parlando non sono altro che il modo principale con cui questi insiemi stellari crescono nel cosmo.

I dati raccolti negli ammassi di galassie

Volendo essere ancora più precisi, gli scienziati hanno monitorato l’ammasso di galassie che si è formato a 780 milioni di anni luce dal nostro pianeta. Il particolare agglomerato spaziale si chiama Abell 2256 e i colori che si notano nell’immagine diffusa dalle agenzie spaziali sono presto spiegati. I raggi X sono quelli in blu, mentre i dati ottici e infrarossi sono caratterizzati dal giallo pallido e dal bianco. Non mancano nemmeno i dati radio che sono invece rossi. L’obiettivo degli astronomi è quello di capire cosa abbia portato alla formazione di una struttura stellare dall’aspetto tanto insolito.

Ogni telescopio che è stato coinvolto nel progetto racconta una parte diversa di questa storia astronomica. Gli ammassi di galassie sono tra gli oggetti più grandi di tutto l’Universo e contengono al loro interno centinaia o addirittura migliaia di galassie singole. Il loro contenuto, inoltre, è caratterizzato da riserve infinite di gas surriscaldato, con le temperature che raggiungono vari milioni di gradi Fahrenheit. Le onde radio captate in questo caso derivano da una serie di particelle che esplodono in veri e propri getti con dei buchi neri supermassicci al centro. I getti in questione tendono poi a “sparare” nello spazio quelle che appaiono come linee dritte e strette.

Gas e particelle negli ammassi di galassie

Le onde radio degli ammassi di galassie si riferiscono anche a gigantesche strutture di tipo filamentoso, meglio note come “reliquie”: si trovano nella parte settentrionale delle galassie che emettono le onde e dovrebbero essere causate dalle onde d’urto e particelle accelerate che sono situate nel gas. Tra l’altro, è interessante sottolineare che ci sono contributi da parte del nostro paese in questo tipo di approfondimenti scientifici. In effetti, nel 2022 è apparso un articolo sulla rivista specializzata “The Astrophysical Journal” a cura dell’Università di Bologna. In pratica, nel documento è stato esaminato un alone di emissioni radio che si trova vicino al centro della collisione.

Il modello ipotizzato dall’articolo immagina che l’emissione dell’alone sia stata provocata da una nuova accelerazione delle particelle, nello specifico a causa dei veloci cambiamenti di temperatura e della densità del gas. Lo stesso modello non è comunque ancora in grado di spiegare con precisione quali sono le caratteristiche specifiche dei dati radio. Serviranno degli approfondimenti più teorici sugli ammassi di galassie ma anche su oggetti spaziali dalle caratteristiche simili prima di arrivare a delle conclusioni definitive. Intanto le immagini di NASA ed ESA non possono che stimolare la curiosità di appassionati ed esperti di questa materia.

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