Trovate nuove galassie: perché ora può cambiare tutto
Gli scienziati hanno individuato delle galassie antichissime, simili alla Via Lattea: questa scoperta potrebbe rivoluzionare le nostre conoscenze sull'Universo.
L’affascinante panorama che si cela nello spazio più profondo è ancora un vero mistero: grazie a strumenti che adottano tecnologie sempre più avanzate, gli scienziati continuano a fare scoperte curiose e molto interessanti, che ci permettono di approfondire la nostra conoscenza dell’Universo – e a volte di rivoluzionarla completamente. Come sta succedendo proprio ora, con le osservazioni del telescopio James Webb che potrebbero cambiare per sempre le teorie sull’evoluzione delle galassie.
James Webb trova nuove galassie: sono simili alla Via Lattea
James Webb è un potente telescopio spaziale che lavora nella zona degli infrarossi: lanciato dalla NASA poco più di un anno fa per sostituire Hubble, è ad oggi uno degli strumenti più all’avanguardia di cui l’agenzia americana dispone. Sono moltissime le foto che ha scattato in questa sua (ancora) breve vita, ritraendo non solo panorami spaziali di infinita bellezza, ma anche offrendo agli scienziati tanti dati da analizzare. Proprio nei giorni scorsi ha individuato il suo primo esopianeta, che presenta molte caratteristiche simili alla Terra. Ora si è reso protagonista di un’altra scoperta molto importante.
Grazie alla sua capacità di risoluzione, il telescopio è in grado di viaggiare indietro nel tempo, scrutando l’Universo così come doveva apparire miliardi di anni fa. Così facendo, James Webb è riuscito a dare un’occhiata a ciò che si trovava nello spazio più profondo quando l’Universo aveva solo il 25% della sua età attuale. E ha trovato qualcosa di inatteso: delle galassie a spirale barrata molto simili alla nostra Via Lattea, alcune antichissime.
Queste galassie sono costituite da un fascio di stelle e gas che taglia il loro nucleo “come la barra su un cartello ‘vietato fumare'”, spiega la NASA. Questa barra funziona come un “rullo trasportatore”, conducendo gas e altro materiale verso il centro delle galassie per creare nuove stelle o per alimentare i buchi neri supermassicci che vi si celano. Secondo alcuni precedenti studi, le galassie a spirale barrata erano pressoché inesistenti nel passato del nostro Universo. Ma James Webb ha ora trovato le prove del contrario.
Perché questa scoperta è così importante
Un team di astronomi dell’Università del Texas ha lavorato sui dati raccolti dal telescopio James Webb, pubblicando i risultati in uno studio comparso sulla prestigiosa rivista The Astrophysical Journal Letters. Usando il potente strumento della NASA, gli scienziati hanno infatti rinvenuto due galassie barrate risalenti ad 11 miliardi di anni fa, e sono le più antiche mai scoperte finora. Ne sono poi state individuate altre quattro che hanno invece “solamente” 8 miliardi di anni.
“La scoperta dell’esistenza delle cosiddette galassie barrate, simili alla nostra Via Lattea, così presto nell’Universo richiederà agli astrofisici di affinare le loro teorie sull’evoluzione delle galassie” – si legge nello studio. In realtà, già il telescopio Hubble aveva osservato uno di questi corpi celesti – la galassia identificata come EGS-23205. Ma la sensibilità e la risoluzione di James Webb hanno permesso agli esperti di individuare dettagli che al suo predecessore erano sfuggiti.
Questa scoperta mette gli astronomi davanti ad una nuova e affascinante verità sulle origini del nostro Universo e sulle modalità di evoluzione delle galassie, sconvolgendo le attuali teorie. James Webb, in questo, si sta dimostrando uno strumento fondamentale: potrebbe condurci verso una conoscenza sempre maggiore in ambito astronomico e aprire nuove frontiere sullo spazio più profondo.