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ChatGPT, come colorare vecchie foto il bianco e nero

Tra le varie particolarità di ChatGPT c’è la funzione che permette al chatbot di OpenAI di colorare delle vecchie foto in bianco e nero. Vediamo come funziona

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Con l’arrivo di GPT-4o, OpenAI ha compiuto un passo in avanti molto importante nella generazione di immagini con l’intelligenza artificiale, arrivando a un livello tecnico più che convincente.

Nel giro di pochissimo, infatti, ChatGPT è stato letteralmente preso d’assalto da migliaia di utenti che hanno sfruttato la nuova funzione al massimo, fino al punto di mandare in crash i server dell’azienda. Ma tra un’immagine ispirata all’arte dello Studio Ghibli e una action figure in molti continuano ancora a esplorare le potenzialità del nuovo modello, chiedendogli addirittura di colorare delle vecchie foto in bianco e nero.

Come colorare le foto in bianco e nero con ChatGPT

Una delle tendenze più recenti è quella che sta spingendo gli utenti a chiedere a ChatGPT di ricolorare delle vecchie foto in bianco e nero. Una funzione interessante che, tuttavia, non garantisce ancora i risultati ottimali visti con le altre richieste fatte al chatbot, ma andiamo per gradi.

Per colorare un’immagine con ChatGPT è necessario, per prima cosa, effettuare l’accesso al proprio account.

Come sempre, bisogna selezionare la foto da modificare tra quelle archiviate sul proprio PC o sul proprio smartphone.

Infine si può passare al prompt. In questo caso, salvo esigenze particolari, non è necessario essere troppo specifici e, anzi, si può optare per una richiesta diretta come: “per favore trasforma la foto bianco e nero in allegato in una foto a colori“.

A questo punto, non resta che aspettare che il chatbot completi il suo lavoro e restituisca la foto in versione a colori che, al solito, può essere scaricata e ricondivisa come meglio si crede.

La qualità delle foto colorate da ChatGPT

La funzione per ricolorare le foto in bianco e nero è interessante ma bisogna fare una dovuta premessa: il tool non colora le foto originali, le ridisegna.

Guardando il risultato prodotto, infatti, sono evidenti alcune differenze e pur essendo realistiche e molto dettagliate è evidente che si tratta di una foto diversa, spesso ritoccata e ripulita da tutti i particolari che rendono uniche le immagini B/N.

Anche ritoccando il prompt e chiedendo a ChatGPT di restare il più fedele possibile all’originale, il risultato non cambia molto. Perciò, in questo caso possiamo dire che il chatbot “prende ispirazione” dalla foto caricata dall’utente e ne genera una nuova, cambiando qualche dettaglio (spesso impercettibile e spesso più evidente) che non sfugge di certo a un occhio più attento.

Insomma non è una vera colorazione fotografica, ma si tratta di un’elaborazione creativa, che può essere utilizzata “per giocare” con le foto ma sicuramente inadatta per chi vuole preservare vecchie foto. Del resto ChatGPT, al contrario di altri tool più specifici, non è stato programmato per fungere da “restauratore” ed è solamente in grado di ricreare un’immagine (o crearne una da zero) come abbiamo visto con i vari trend che proprio in questi giorni hanno invaso i social.

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