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Da JPEG, a BMP, al nuovo HEIF, cosa sono i formati di immagine

Bitmap e GIF sono stati tra i primi formati immagine a essere sviluppati. Con il tempo si sono aggiunti JPEG, EXiF, WebP e Heif. Ecco le differenze

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Fonte: Gorodenkoff / Shutterstock.com

Si fa presto a dire immagine. Un po’ più difficile è capire il formato attraverso quale viene salvata una foto. Ma anche un’anteprima di un documento, uno screenshot o un grafico. Vediamo allora una carrellata dei formati per immagine più utilizzati e più famosi. Dai classici PNG e JPEG ai più recenti HEIF.

Ogni formato immagine ha le sue caratteristiche e le sue peculiarità e viene utilizzato per un determinato scopo. Alcuni sono nati nei primi anni ’90 e sono arrivati fino ad oggi, altri, invece, sono stati creati con l’arrivo del nuovo millennio. Il formato JPEG è sicuramente il più famoso, ma non è detto che nei prossimi anni lasci il posto a qualche altro di formato che sarà lanciato nei prossimi anni.

Conoscere le caratteristiche delle varie opzioni disponibili è importante per poter scegliere il formato di immagine più adatto alle proprie esigenze. Le differenze tra i vari formati, infatti, possono essere significative. Ecco quali sono i principali formati di immagine disponibili oggi:

BMP

Partiamo dal formato che per ragioni di “età” e d’uso è il capostipite dei vari formati d’immagine. Stiamo parlando del bitmap, o più semplicemente BMP. Si tratta di un formato nato negli anni 90 in esclusiva per i sistemi operativi Windows.

Ha una pecca enorme per i tempi che corrono: non può comprimere le immagini: la foto viene scomposta in una grande matrice di pixel e ogni “puntino” è rappresentato da 8 o più bit (a seconda della qualità che si sceglie per l’archiviazione).

Questo significa che una foto salvata in questo formato occupa parecchio spazio. A differenza degli altri formati ha dei tempi di scrittura sul disco molto rapidi, ma nonostante questo al giorno d’oggi è davvero poco utilizzato.

JPEG

Acronimo di Joint Photographic Expert Group e conosciuto anche con l’abbreviazione JPG), si tratta di uno dei formati immagine più utilizzati, anche se le sue fortune sono in fase calante. Deve il suo successo all’algoritmo di compressione utilizzato (algoritmo lossy in gergo tecnico) che consente di ottenere immagini di buona qualità (se non ottima) e file di dimensioni ridotte.

Ciò lo rende particolarmente adatto per il web, ma anche per il salvataggio su disco rigido di immagini e foto di qualunque genere. L’algoritmo, in particolare, elimina alcuni dettagli che l’occhio umano non riesce a cogliere. Il formato JPEG, ad esempio, “gioca” sulle sfumature di colore, eliminando dettagli e appiattendo, di conseguenza, la resa cromatica(i JPEG hanno una profondità di 32 bit, 8 per il rosso, 8 per il blu e 8 per il verde).

Ciò consente di avere immagini dalla resa cromatica molto simile al reale, ma con un basso impatto sul disco rigido.

GIF

Acronimo di Graphic Interchange Format, ha da poco festeggiato i 30 anni, ma grazie a Facebook, le altre reti sociali e le app di messaggistica istantanea sta vivendo una seconda giovinezza. A differenza del JPEG, questo formato immagine garantisce una profondità di colore di solo 8 bit: la grandezza dei file è estremamente limitata, ma la qualità ne risente notevolmente. Quello che può apparire come una debolezza, però, è anche il punto di forza del formato GIF: creare dei brevi filmati di piccole dimensioni (le animazioni GIF) è estremamente semplice.

PNG

Ideato per essere l’erede del GIF, il Portable Network Graphic ha finito, invece, con il “rubare spazio” al JPEG. Grazie all’utilizzo di un algoritmo di compressione lossless (a differenza dell’algoritmo lossy  del JPEG, evita la perdita di dettagli e sfumature di colori) e alla profondità di colore di 48 bit, permette di creare immagini dall’ottima resa di colore e dalla grandezza ridotta. Ideale, insomma, per essere utilizzato sul web.

TIFF

Acronimo di Tagged Image File Format, è tra i formati file immagine più vecchi in circolazione (risale al 1992) e, nel corso degli anni, ha perso gran parte delle funzioni per cui era nato. Inizialmente, infatti, doveva servire come formato per la compressione di immagini bitmap; oggi, invece, è utilizzato soprattutto nel mondo della fotografia professionale e della grafica computerizzata, dal momento che consente di trasferire molte informazioni riguardanti parametri di stampa tra computer e stampante. Un utilizzo dato anche dalla capacità di garantire una profondità di 32 bit per ogni canale di colore e l’utilizzo di più spazi di colori (RGB, CMYK e altr).

WEBP

WebP è un formato immagine open-source per le immagini sviluppato da Google. Questo formato garantisce un buon equilibrio tra qualità visiva e grandezza del file. Si tratta, dunque, di un formato file immagine “moderno”, pensato e realizzato per il web e ottimizzare il caricamento delle immagini online.

HEIF

Abbreviazione di High Efficiency Image Format, si tratta della risposta di Apple al formato WebP di Google. Come dice il nome stesso, garantisce una grande compressione (permette, secondo la casa di Cupertino, di risparmiare fino al 50% di spazio sul disco rigido) unita a una buona qualità dell’immagine.

Exif

Più che un vero e proprio formato file immagine, si tratta di un formato file “informativo” legato ai vari JPEG e TIFF. Utilizzato in ambito fotografico, consente alle fotocamere digitali di dotare i file fotografici di una serie di informazioni utili in fase di post-produzione e stampa. Queste informazioni vengono raccolte sotto formato di tag di metadati (come date ed ora, le impostazioni e i settaggi con i quali si è scattata la foto, una miniatura e le informazioni sul copyright) per essere poi utilizzate a piacimento del fotografo.

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