SCIENZA

Nel cuore profondo della Terra ci sono due bolle enormi: trovati dei resti impensabili

Secondo gli scienziati due "bolle" nel cuore della Terra, formate da masse di materiale insolito, sarebbero ciò che resta del protopianeta Theia: proprio quello che diede origine alla nostra Luna

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C’è chi romanticamente blandisce la sua dolce metà promettendo di donarle la Luna, un’impresa epica considerando la sua posizione nella volta celeste. C’è però una novità: pare che una parte del nostro satellite possa essere già sulla Terra e che si trovi “solo” al centro del nostro pianeta. Certo, non è ancora una collocazione agevole per gli irriducibili sognatori che vorrebbero regalarne un pezzo a coloro che amano, ma è sicuramente una grande scoperta a livello scientifico.

Stando a uno studio recentissimo, infatti, nelle profondità della Terra si trovano due enormi bolle formate da un materiale antichissimo e insolito: sono collocate a circa 2.900 chilometri sotto la superficie e sarebbero i resti del protopianeta che ha dato vita alla nostra Luna.

Il protopianeta Theia

Di quale protopianeta stiamo parlando? Facciamo un passo indietro e ripassiamo (o scopriamo) la storia della Luna: come tutto ciò che vediamo nel cielo e intorno a noi, il nostro satellite non è sempre stato ciò che vediamo e… non è neanche sempre stato lì. Nel corso dei secoli, moltissimi scienziati si sono interrogati sulla sua origine e l’ipotesi più accreditata è quella che vede protagonista Theia, un pianeta antichissimo che si trovava nel Sistema Solare primordiale.

Secondo tutte le moderne teorie sulla formazione dei pianeti, Theia faceva parte di una popolazione di corpi celesti delle dimensioni di Marte e la sua nascita risaliva a circa 5 miliardi di anni fa. Teoricamente, il protopianeta orbitava poco distante dalla Terra ma a un certo punto è stato in qualche modo attratto dalla sua gravità, cosa che avrebbe condotto a un impatto violento ed esplosivo.

La teoria Giant-impact e le due bolle

L’impatto in questione, ribattezzato Giant-Impact (ma anche Big Splash o Theia Impact), sarebbe avvenuto 4.5 miliardi di anni fa. Lo schianto esplosivo fra Theia e la Terra avrebbe causato l’espulsione di una serie di detriti che si sono infine radunati formando la Luna, ma non è tutto qui: la collisione, infatti, avrebbe fatto fondere sia i nuclei che i mantelli dei due pianeti. Proprio questo spiegherebbe come mai il nucleo terrestre è più grande di quanto dovrebbe essere rispetto a un corpo delle sue dimensioni.

Ed è da qui che è partito lo studio pubblicato su Nature, che spiegherebbe la presenza di due grandi bolle presenti nel mantello terrestre, proprio sopra il nucleo. Le bolle, larghe migliaia di chilometri e visibilmente più dense rispetto a tutto il materiale circostante, si trovano sotto l’Africa e sotto l’Oceano Pacifico e sarebbero proprio ciò che resta del protopianeta Theia sulla Terra.

Tuzo, Giasone e i resti di Theia

La bolla sotto l’Africa si chiama Tuzo, mentre quella sotto l’Oceano Pacifico si chiama Giasone. Sin da quando sono state rintracciate, negli anni Ottanta, sono sempre state oggetto di studi e sono rimaste avvolte nel mistero. Grazie allo studio pubblicato su Nature, guidato dal dottor Qian Yuan, ricercatore post-dottorato presso il California Institute of Technology, è stata dimostrata la loro compatibilità con quello che era il protopianeta.

Lo studio prende due piccioni con una fava: da una parte spiega le due bolle e dall’altra parte chiarisce dove sarebbero finiti i resti di Theia. Sì, perché come abbiamo già detto una parte del protopianeta si sarebbe fuso nella collisione e un’altra parte si sarebbe “trasformata” nella Luna grazie ai detriti espulsi, ma a oggi mancava ancora buona percentuale della sua superficie. Yuan e il suo team hanno svolto delle simulazioni e fatto degli studi che sembrano decisivi: ciò che resta di Theia, dunque, sarebbe proprio sotto i nostri piedi.

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