Ecologico e biodegradabile: fa un po’ impressione, ma può cambiare tutto
I capelli possono ispirare molte cose, ma nessuno avrebbe mai immaginato il loro utilizzo in futuro nell'ambito dell'agricoltura idroponica
Come canticchiava in modo spensierato qualche anno fa Niccolò Fabi, per una persona i capelli possono essere considerati come la maniglia per la porta e i quadretti di un quaderno. Neanche la sua fervida immaginazione, però, avrebbe potuto prevedere che potessero essere usati in agricoltura. Che cosa c’entra la nostra chioma con colture e raccolti?
Sembra quasi un’eresia, ma ormai i capelli non stupiscono quasi più, come avvenuto di recente quando si è capito che potrebbero tornare al loro colore naturale dopo l’imbiancamento. Il loro impiego potrebbe diventare essenziale in futuro nell’ambito della cosiddetta agricoltura idroponica, cioè quella realizzata in atmosfera controllata e fuori terra.
Secondo quanto accertato dai ricercatori di Singapore, i substrati fondamentali per questo tipo di coltivazioni potrebbero essere presto a base di cheratina. Si tratta per l’appunto della sostanza che rappresenta una delle componenti principali della fibra capillare. Entrando più nel dettaglio della novità scientifica, si sta parlando degli esperti della Nanyang Technological University, i quali si sono resi conto dell’utilizzo alternativo sfruttando verdure ed erbe aromatiche. Rucola e cavolo sono stati i due ortaggi protagonisti dell’esperimento, inoltre non si poteva non approfittare del contributo determinante dei parrucchieri del paese asiatico. Il primo passo della ricerca scientifica è stato quello di raccogliere la cheratina dalle ciocche.
Un materiale particolare
Per dovere di cronaca, la sostanza è stata poi arricchita, più precisamente dalla fibra di cellulosa, poi il mix particolare è stato essiccato e si è trasformato in una sorta di spugna. Non c’è neanche bisogno di capelli artificiali, quelli autentici svolgono un ruolo più che prezioso: il materiale a base di cheratina e cellulosa, infatti, assorbe una quantità importante di acqua, una fase strategica quando si tratta di far germinare i semi e crescere le piante. A rendere il tutto ancora più apprezzabile ci pensa un dettaglio di non poco conto. Il substrato di capelli non inquina ed è persino biodegradabile.
I possibili scenari futuri
È forse questo il nutrimento di cui avevano tanto bisogno le piante? È ancora presto per dirlo, ma i risultati che sono stati finora registrati con il substrato agricolo a base di capelli sono simili a quelli dei materiali che attualmente si impiegano nel mercato. Il prossimo obiettivo sarà quello di realizzare degli esperimenti su scala più ampia, così da capire se gli scenari futuri potranno essere incoraggianti. Tra l’altro, diverse fattorie e aziende agricole si sono dimostrate interessate a questa novità e potrebbero svolgere un ruolo determinante nei prossimi test. Il mondo dell’agricoltura idroponica si è ormai imposto in maniera più che credibile.
Le coltivazioni di questo tipo, con o senza capelli, prevedono la sostituzione della terra tradizionale con altri substrati, vale a dire fibra di cocco, lana di roccia e argilla espansa soltanto per citarne alcuni. L’irrigazione viene perfezionata mediante sostanze nutritive a base di acqua e composti inorganici, in modo che la nutrizione minerale sia assicurata al 100%. Uno dei vantaggi principali è quello di garantire produzioni agricole sotto stretto controllo sia per quel che riguarda la qualità delle colture che per l’igiene complessiva delle stesse in qualsiasi mese dell’anno.