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File multimediali lossy e lossless: differenze JPG e PNG o MP3 e FLAC

In informatica uno dei grandi dilemmi è: meglio la compressione dati con perdita o quella senza perdita? Ecco cosa significano e quando utilizzarle

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Fonte: Kaspars Grinvalds / Shutterstock.com

La compressione dei dati è un aspetto fondamentale per la gestione di file multimediali, sia per le immagini che per i video. Lo spazio di archiviazione non è mai illimitato ed è necessario adottare il giusto metodo di compressione per trovare l’equilibrio tra qualità e “peso” del file.

Nel corso degli anni sono state create diverse tecniche di compressione, riconducibili alle due famiglie “lossy” e “lossless“. Lo sviluppo di queste tecniche ha portato alla nascita di diversi formati file per lo stesso elemento multimediale (JPEG e PNG per le immagini o MP3 e FLAC per le tracce audio, ad esempio), facendo sorgere una sorta di dilemma amletico,

È meglio la compressione lossy o quella lossless? Come sempre, molto dipende dalle nostre esigenze. Solo analizzando nel dettaglio cosa sia la compressione lossy e la compressione lossless, scoprendo quali sono i punti di forza dell’una e dell’altra tecnica, si potrà capire quale formato immagine o formato audio scegliere.

Cos’è la compressione lossy

Detta anche compressione dati con perdita, la compressione lossy è una tecnica informatica che permette di comprimere determinate tipologie di file (come, ad esempio, le immagini, le tracce audio o i video) perdendo, però, una parte dell’informazione originale.

In questo modo è possibile recuperare dello spazio sul disco rigido a patto di accettare una qualità inferiore del file finale. Gli algoritmi di compressione lossy agiscono sui file multimediali andando a eliminare parte delle informazioni ritenute inutili ai fini della visualizzazione di un’immagine o di un video.

Nel corso del processo di compressione, ad esempio, gli algoritmi con perdita andranno a eliminare tutti i suoni poco udibili dall’orecchio umano oppure sostituiranno i pixel di un’immagine con altri di colore “neutro”. Insomma, si andrà ad agire sulle sfumature, ottenendo un file più “omogeneo” e dalla grandezza fortemente ridotta.

La compressione con perdita al momento è usata soprattutto nei servizi streaming, su Internet, per immagini e contenuti multimediali, e su moltissime applicazioni che usiamo tutti i giorni. Una volta compresso il file con questa tecnica non è più possibile recuperare i dati eliminati.

Un algoritmo di compressione può essere aggiornato e migliorato. Ad esempio, le piattaforme di streaming lavorano costantemente sulla compressione dei file multimediali per trovare il giusto equilibrio tra qualità e “peso”, sia per offrire un servizio migliore agli utenti che per ridurre i costi di gestione.

Compressione dati senza perdita

Quando si parla di compressione lossless (letteralmente “senza perdita”) ci si riferisce, invece, a quegli algoritmi che consentono di ridurre la grandezza dei file senza, però, che ci sia perdita di informazioni.

Il file originale e il file risultante dal processo di compressione saranno, dunque, identici (sotto il punto di vista visivo, in caso di immagine; sotto il punto di vista sonoro, in caso di traccia audio), ma cambierà la loro “impronta” sul disco rigido.

A differenza degli algoritmi lossy visti in precedenza, la compressione senza perdita non eliminerà alcuna informazione, ma consentirà di recuperare ugualmente spazio sull’hard disk con complesse tecniche informatiche.

Ciò renderà i file lossless più complessi da “leggere” per il sistema informatico: l’apertura di un’immagine compressa senza perdita richiederà qualche secondo in più rispetto a un’immagine compressa con perdita.

Anche gli algoritmi lossless sono sempre soggetti a possibili miglioramenti. Si tratta di sistemi più elaborati ma ugualmente ottimizzabili per garantire un’ulteriore riduzione dello spazio occupato dai file multimediali.

Cosa conviene usare

L’uso o meno della compressione dati senza perdita dipende dalle nostre esigenze. Se per esempio vogliamo salvare della musica e non vogliamo occupare troppa memoria sul nostro dispositivo la scelta potrebbe ricadere giustamente su un file di tipo MP3 (compressione dati lossy).

Se invece lavoriamo nel campo dell’editing del suono o abbiamo bisogno di una qualità audio superiore allora dovremo usare un file di tipo FLAC (Free Lossless Audio Codec). E lo stesso discorso vale tra JPEG e PNG per le immagini.

In questo caso, le immagini JPEG sono più leggere ma sono create con una compressione lossy e con vari compromessi sulla qualità. Per le PNG, invece, la qualità è ben superiore ma c’è da fare i conti con uno spazio occupato molto maggiore.

Bisogna, quindi, valutare caso per caso, scegliendo il formato giusto (e la relativa compressione applicata a un file) per archiviare un file multimediale. La perdita di qualità legata alla compressione lossy potrebbe essere ininfluente per alcuni e “drammatica” per altri utenti.

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