Germi ad alta quota, gli scienziati hanno trovato centinaia di batteri trasportati dall'aria
Sorvolando il Giappone, un team di scienziati ha dimostrato la presenza di funghi e batteri in grado di sopravvivere ad alta quota: cosa sappiamo.
Un team di scienziati ha pubblicato un nuovo studio i cui risultati sono sorprendenti. Come riporta la ricerca, nel corso di 10 diversi voli sul cielo del Giappone ha confermato l’esistenza di un’ampia varietà di specie microbiche (batteri e funghi) ad alta quota, presenti fino a 3 km di altezza e in grado di spostarsi, trasportati dalle correnti, in un raggio fino a 2.000 km.
I risultati dello studio
“I dati forniti da 10 rilievi aerei troposferici sul Giappone nel 2014 confermano l’esistenza di una vasta diversità di specie microbiche fino a 3.000 m di altezza, che possono essere disperse sopra lo strato limite planetario su distanze fino a 2.000 km, grazie ai forti venti provenienti da un’area coperta da enormi terreni coltivati a cereali nel Nord-est (NE) dell’Asia”, recita così l’abstract dello studio pubblicato lunedì 9 settembre su PNAS.
Microbial richness and air chemistry in aerosols above the PBL confirm 2,000-km long-distance transport of potential human pathogens, questo il titolo della ricerca portata a termine da Xavier Rodó, ecologo computazionale presso l’Istituto di Salute Globale di Barcellona, e dai colleghi Sofya Pozdniakova, Silvia Borràs e Roger Curcoll, si basa su dati raccolti dieci anni fa dimostrando la presenza di una ampia varietà di specie microbiche tra funghi e batteri, alcune delle quali associabili a quelle che normalmente provocano malattie nell’essere umano.
“Un terzo dei batteri e un po’ di più dei funghi possono essere considerati potenziali patogeni umani“, ha affermato Rodó, precisando però di non aver avuto prove dirette dell’effettiva potenziale correlazione tra questi e lo scoppio di epidemie umane.
L’idea della ricerca è nata da una particolare e misteriosa condizione nota come malattia di Kawasaki, casi che si presentano a ondate e sui quali i ricercatori si sono sempre domandati se fossero causati da un agente patogeno, da un sistema immunitario compromesso oppure da una combinazione dei due fattori. Partendo da questo presupposto e considerato che le ondate della malattia in Giappone si verificano spesso quando i venti soffiano forti dalla Cina nord-orientale, il team ha ipotizzato che vi potesse essere una correlazione tra la diffusione del patogeno e le correnti: “Non ci aspettavamo che i venti giocassero un ruolo così importante, ma è successo in un modo che mi ha davvero colpito”, ha detto Rodó.
Funghi e batteri “viaggiano” ad alta quota
A quel punto il team di ricerca ha effettuato dei voli specifici in masse d’aria che soffiavano dalla Cina sul Mar del Giappone, sollevandosi al di sopra della atmosfera inferiore fino alla troposfera libera. Qui, grazie a una particolare apertura e un sistema di tubi e filtri, gli scienziati hanno potuto “intrappolare” le particelle sospese ad alta quota.
Una volta analizzati in laboratorio, i campioni hanno rilevato alti livelli di un raro minerale chiamato afnio, che si suppone provenga dalle miniere in Cina, ma anche la presenza massiccia di spore fungine e batteri attaccati a minuscoli granelli di polvere. E sì, alcuni erano vivi.
Procedendo all’estrazione del DNA dai microbi, Rodó e i colleghi hanno scoperto almeno 266 tipi di funghi e 305 tipi di batteri, molti dei quali appartenenti a gruppi che crescono abitualmente sulle piante e nel terreno, alcuni capaci di adattarsi ad ambienti fortemente inquinati. Tra questi ve ne sono molti totalmente innocui, ma altri possono provocare pericolose infezioni.
La questione resta ancora aperta. Al netto della presenza di patogeni ad alta quota, il team non è stato in grado di dimostrare alcuna effettiva correlazione tra questi e la diffusione di malattie come la Kawasaki, le cui cause sono ancora un mistero. La ricerca continua.