SCIENZA

Guerra in Ucraina, le sanzioni alla Russia mettono a rischio la Stazione spaziale

La guerra in Ucraina sta attirando le attenzioni mondiali anche per le conseguenze che potrebbe avere sulla Stazione Spaziale Internazionale

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La guerra in Ucraina sta attirando le principali attenzioni delle cronache mondiali e non potrebbe essere altrimenti. Si sta parlando molto delle conseguenze del conflitto a vari livelli, ma ce n’è una che è stata finora poca approfondita. Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla Russia che ha innescato la guerra possono mettere seriamente a rischio la Stazione Spaziale Internazionale, un allarme che è stato lanciato proprio da Mosca. In effetti, le parole di Dmitry Rogozin, direttore generale dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, non lasciano spazio a dubbi: il settore tecnologico e quello aerospaziale possono essere messi in ginocchio dalle paventate sanzioni, uno scenario che non è poi così remoto come si potrebbe pensare.

La guerra in Ucraina è purtroppo appena cominciata e non è facile capire quando potrebbe terminare. Nelle ultime ore si sta facendo strada anche l’ipotesi di un conflitto molto lungo: Rogozin non ha saputo trattenere la propria delusione e la rabbia per quanto sta accadendo, affidando a Twitter le sue paure. Non bisogna dimenticare infatti che la Stazione Spaziale Internazionale viene gestita da diverse agenzie internazionali, non solo Roscosmos. Ovviamente c’è anche la NASA, senza dimenticare l’ESA (l’agenzia spaziale europea), l’agenzia spaziale giapponese (JAXA) e quella canadese. Il controllo delle attività principali dell’ISS, inoltre, viene affidata a Stati Uniti e Russia.

Russia e Stati Uniti sull’ISS

Per comprendere meglio l’influenza della guerra in Ucraina da questo punto di vista, basta leggere le ultime dichiarazioni di un ex astronauta della NASA, Garrett Reisman. Come ha sottolineato, infatti, la sezione russa della Stazione Spaziale Internazionale non può funzionare in alcun modo se non può sfruttare l’elettricità del segmento americano. A sua volta, la sezione a stelle e strisce non funziona in assenza dei sistemi di propulsione del segmento russo. Non ci si può mettere d’accordo in maniera “amichevole” come se fosse un divorzio, ecco perché Rogozin ha pubblicato i suoi cinguettii preoccupanti su Twitter, facendo proprio riferimento al sistema di propulsione appena menzionato.

Le conseguenze estreme delle sanzioni

Questo sistema russo è fondamentale per diverse attività spaziali, a partire dal controllo dei detriti “vaganti” e che possono essere evitati soltanto grazie al dispositivo. La spazzatura tra le stelle è un problema di cui si parla sempre più frequentemente e senza una propulsione adeguata l’ISS rischia di essere impattata a destra e a manca. Tra l’altro, la guerra in Ucraina ha spinto il direttore generale di Roscosmos ad azzardare uno scenario che nessuno si vorrebbe augurare. Il mancato funzionamento della stazione potrebbe avere come conseguenza estrema la sua caduta incontrollata. Può succedere sul serio?

Secondo Rogozin, si tratta di una struttura imponente da ben 500 tonnellate che andrebbe a finire rovinosamente nella zona compresa tra l’India e la Cina con tutte le conseguenze che si possono immaginare. La minaccia è seria come non mai e le sanzioni economiche nei confronti della Russia per punire la guerra in Ucraina non potranno non tenere conto di tutto questo. Attualmente a bordo dell’ISS ci sono tre astronauti della NASA, tre russi e un tedesco che fa capo all’agenzia spaziale europea. La prossima primavera, poi, arriverà anche la “nostra” Samantha Cristoforetti e si spera che possa approfittare di un periodo storico più “tranquillo”.

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