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Ancora maltempo in Italia, scatta la proroga per l'allerta arancione: ecco i territori a rischio

Allarme maltempo e allerta arancione in Italia: ecco le previsioni per alcune regioni già colpite da Ciaran

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La situazione meteo in Italia è particolarmente allarmante, come la Toscana ha drammaticamente scoperto. Un totale di sette regioni sono alle prese con l’allerta gialla, nello specifico Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Molise. La responsabilità è della tempesta Domingos, che fa danni in Italia dopo il disastro in Francia. Di giorno in giorno, la situazione peggiora. Il presidente della Liguria Toti ha infatti dichiarato: “Ho firmato lo stato d’emergenza”.

Allerta arancione per maltempo

Si attende una doppia perturbazione sull’Italia. L’ondata di maltempo non sembra destinata ad arrestarsi nel breve periodo. Allerta arancione in Veneto dalla giornata di mercoledì, a causa degli effetti della tempesta Domingos.

Lo stesso vale per la Toscana, dov’è stata intanto rintracciata l’ottava vittima dell’alluvione scatenatosi nei giorni scorsi. Permane il rischio idrogeologico, principalmente nell’area centro nord della regione. Gli esperti hanno evidenziato un particolare allarme dalle ore 16.00 di giovedì 9 alle ore 14.00 di venerdì 10 novembre. Nello specifico si evidenzia un rischio idraulico per l’area dell’Ombrone pistoiese e del Bisenzio.

Allarmanti le precipitazioni previste per la giornata di venerdì 10, tra pomeriggio e sera, considerando i significativi cumuli medi, tra i 10 e i 20 mm, con massime fino a 50-60mm sulle aree più interne, come Mugello, Casentino e Pragomagno.

Cambiamento climatico: il maltempo che ci attende

Ignorare o addirittura negare il cambiamento climatico è oggi pura follia. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti e parlare di ciclicità del meteo è impensabile. Ciò che avviene dinanzi ai nostri occhi è un disastro ambientale in piena regola, con conseguenze per numerose generazioni future.

Guardando al 2024, ovvero a un futuro immediato, dovremo fare i conti con eventi meteorologici sempre più estremi. La temperatura media globale è già aumentata di circa 1 grado rispetto al periodo preindustriale. Secondo tale tendenza, si prevede un aumento di 1,5 gradi entro il 2030 e 2 gradi entro il 2050. Ciò avrà un impatto significativo su tutti gli ecosistemi globali.

Ci saranno eventi meteorologici più intensi, con quelli estremi e devastanti che saranno sempre più frequenti. Ciò comprende tanto tempeste quanto ondate di calore, siccità e inondazioni. Ci sarà un innalzamento certo del livello del mare. Anche sotto quest’aspetto la temperatura si innalzerà, sconvolgendo la vita marina. Il livello potrebbe aumentare di circa 30 centimetri entro il 2050, con conseguenze pesantissime per le aree costiere.

I cambiamenti climatici avranno inoltre sempre più un impatto sulla salute umana. L’innalzamento delle temperature e la diffusione di malattie infettive sono tra gli effetti più gravi. Ci sarà inoltre anche un effetto economico molto importante. Si prevedono danni ingenti alle infrastrutture e a varie attività, con un impatto devastante sulla crescita di numerosi Paesi.

Stando alle previsioni degli esperti, il 2024 potrebbe rappresentare una sorta di trailer d’anteprima dei prossimi 25 anni, circa. Toccherà abituarsi alle devastazioni di Ciaran e simili. Inverno e inizio primavera saranno sotto il segno di El Niño, fenomeno di teleconnessione atmosferica, che ha inizio nelle acque del Pacifico orientale, arrivando ad avere ripercussioni globali.

La sua origine è connessa alla variabilità del sistema climatico. Si collega a un aumento delle temperature globali e a modificazioni sostanziali nelle precipitazioni a livello globale. Alcune regioni saranno più esposte a siccità, altre invece a piogge molto copiose e devastanti inondazioni. C’è da attendersi una moltiplicazione di eventi estremi. Il suo impatto, si prevede, durerà almeno fino ad aprile 2024. Al suo prossimo ciclo, però, potrebbe davvero rappresentare un incubo di caratura mondiale.

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