Temperatura in aumento di 1,5 gradi: i Paesi che saranno invivibili
L'emergenza climatica trasformerà numerosi Paesi in territori del tutto inabitabili per l'uomo: ecco quanti miliardi di persone saranno senza casa e quali aree dovranno essere svuotate dalla presenza dell'uomo
L’impatto che il cambiamento climatico avrà sul nostro pianeta sarà sempre maggiore (e peggiore, ndr). La comunità scientifica ha da tempo iniziato a realizzare dei prospetti in merito a ciò che accadrà, al fine d’essere pronti e, al tempo stesso, spingere i governi a intervenire in maniera netta e decisa.
Sfruttando un modello climatico, un gruppo di ricerca americano ha determinato quelle che saranno le aree terrestri nelle quali temperatura e umidità risulteranno insopportabili. Nello specifico si parla di incapacità di gestire tutto ciò per l’uomo. Ciò si traduce in aree del pianeta del tutto inabitabili per la nostra specie, che si ritroverà a fronteggiare una nuova fase di emigrazione di massa a causa del superamento della “temperatura di bulbo umido”.
Verso una crisi globale
Esiste un limite alle capacità di sopportazione del corpo umano, in termini di temperature e umidità. C’è una soglia oltre la quale non siamo in grado di andare, dal momento che il nostro organismo risulta incapace di regolare la nostra temperatura interna. Forzarci all’interno di un territorio con condizioni climatiche estreme, scientificamente eccessive per noi, vuol dire andare incontro a uno stato di ipotermia potenzialmente fatale (certamente mortale, in caso di esposizione prolungata, ndr).
Per quanto possa sembrarci così lontano come scenario, il cambiamento climatico renderà inabitabili svariati territori terrestri per molte ore al giorno. Le combinazioni tra ondate di calore e umidità impediranno l’accesso, almeno in parte del giorno. Ciò vuol dire non poter contare su insediamenti antropologici fissi. Mentre siamo impegnati a scartare pianeti alternativi inabitabili nello spazio, ecco che iniziamo a trasformare parti della nostra Terra in aree “aliene”.
Lo studio scientifico
Una prospettiva allarmante, a dir poco, causata ovviamente dall’impatto delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti, a partire dalla Rivoluzione industriale a oggi. A dimostrare come il riscaldamento globale renderà diversi luoghi della Terra inabitabili, è uno studio del Center for Healthy Aging e del Dipartimento di Kinesiologia dell’Università Statale della Pennsylvania.
I ricercatori hanno collaborato con i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra, Atmosferiche e Planetarie dell’Istituto per un Futuro Sostenibile dell’Università Purdue. Le conclusioni sono state raggiunte dopo aver condotto delle simulazioni attraverso un modello climatico studiato ad hoc.
Attualmente ci troviamo a 1.2°C, circa, di temperatura media. Siamo però a un passo, purtroppo, da un riscaldamento di 1,5°C, che gli scienziati ritengono porterà a conseguenze climatiche irreversibili e spaventosamente drammatiche.
Raggiungendo la soglia dei 2°C di riscaldamento, rispetto all’epoca preindustriale, gli scienziati sono certi che miliardi di persone saranno esposte a temperature superiori a quella di bulbo umido (livello di massima tolleranza per l’uomo, ndr).
Nello specifico si parla di 2.2 miliardi di esseri umani attualmente in Pakistan e in India, a ridosso del fiume Indo per la precisione. A ciò si aggiungono 1 miliardo di persone in Cina orientale e 800 milioni di residenti dell’Africa sub-sahariana.
Ci ritroviamo, di fatto, dinanzi alla prospettiva di una crisi societaria internazionale, potenzialmente in grado di minacciare le fondamenta del nostro mondo. L’equilibrio globale finirebbe in ginocchio, qualora non si fosse in grado di gestire il dramma di poco meno di metà della popolazione mondiale incapace di vivere nel proprio territorio.
Qualora i governi mondiali non riuscissero a trovare un modo per contenere le emissioni di gas serra nel più breve tempo possibile, si aprirebbero anche le porte di un riscaldamento di 3°C. In questo caso a essere coinvolte sarebbero anche la costa orientale e il centro degli Stati Uniti. Travolte da un clima insopportabile per l’uomo città come New York, Houston e Chicago.
Esposti allo stesso destino anche sudamericani e australiani. In precedenza si riteneva come la soglia di sopportazione fosse data dal raggiungimento di 35°C con il 100% di umidità. La verità è che bastano 31°C con il 100% di umidità o anche 38% con il 60% di umidità per superare il bulbo umido. È evidente come il mondo stia cambiando sotto i nostri occhi. Resteremo inermi o faremo qualcosa per salvarlo?