La mini-luna della Terra era probabilmente un pezzo di Luna vera
Secondo gli astronomi una mini-luna si è staccata dalla Luna vera: così spiegano la presenza di un oggetto spaziale vicino alla Terra
Gli studi più recenti sembrano confermare che una mini-luna si è staccata dalla Luna vera.
Da un po’ di tempo il mondo scientifico era alle prese con un interrogativo: che cos’è quell’oggetto spaziale vicino alla Terra? Adesso è arrivata la risposta.
Una mini luna si è staccata dalla Luna vera? Cosa sappiamo
Per alcuni mesi, un oggetto spaziale delle dimensioni di un autobus scolastico ha attirato l’attenzione degli astronomi di tutto il mondo. Conosciuto come 2024 PT5, questa “mini-luna” della Terra ha stimolato un’ondata di osservazioni e studi scientifici. Ma la vera sorpresa è arrivata recentemente: secondo una ricerca pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, 2024 PT5 sarebbe, in realtà, un frammento della Luna stessa, espulso in seguito a un impatto avvenuto migliaia di anni fa.
Questa scoperta rappresenta la seconda volta in cui un oggetto vicino alla Terra viene collegato direttamente alla Luna. La prima occasione risale al 2021, quando l’origine dell’asteroide 469219 fu identificata come potenzialmente lunare. Insieme, questi risultati suggeriscono l’esistenza di una popolazione nascosta di rocce lunari espulse, chiamate “eiezioni lunari“, che orbitano nei pressi del nostro pianeta senza essere state notate fino ad ora.
La scoperta di 2024 PT5 è avvenuta il 7 agosto grazie all’ATLAS, un sistema di osservatori progettato per individuare asteroidi e meteoroidi che potrebbero incrociare la traiettoria della Terra. L’avvistamento del corpo celeste ha suscitato subito l’interesse della comunità scientifica, portando a ulteriori osservazioni tramite telescopi avanzati, come il Lowell Discovery Telescope, in Arizona, e il NASA Infrared Telescope Facility, alle Hawaii.
L’analisi condotta dal team di ricercatori, guidato da Teddy Kareta del Lowell Observatory, ha confrontato i modelli di luce riflessa da 2024 PT5 con quelli osservati su altre superfici extraterrestri. I risultati hanno mostrato una corrispondenza significativa con i grani silicati ricchi di ferro e magnesio raccolti durante le missioni Apollo e da un lander robotico sovietico. Questa somiglianza chimica, unita alla traiettoria a forma di ferro di cavallo seguita da 2024 PT5 durante il suo passaggio vicino alla Terra, ha rafforzato l’ipotesi di una sua origine lunare.
Un’ipotesi plausibile
A questo punto, occorre specificare che l’attribuzione di 2024 PT5 come “mini-luna” è stata oggetto di dibattito. Pur non avendo mai orbitato formalmente intorno alla Terra, il suo comportamento è stato abbastanza peculiare da renderne appropriata l’etichetta in un contesto divulgativo. «Non abbiamo ancora un vocabolario adeguato per descrivere scenari di questo tipo», ha commentato Kareta, sottolineando la difficoltà di definire oggetti che si muovono in modo così particolare rispetto alla Terra.
Il professor Vishnu Reddy, esperto di scienze planetarie presso l’Università dell’Arizona, ha elogiato il rigore dello studio e ha definito l’ipotesi dell’origine lunare come la più plausibile. Tuttavia, ha anche sottolineato che solo una missione per recuperare dei campioni potrebbe fornire una conferma definitiva. A oggi, non esistono piani per riportare 2024 PT5 sulla Terra, ma è la Cina che sta sviluppando proprio una missione, Tianwen-2, per raccogliere campioni dall’altro possibile frammento lunare scoperto nel 2021, cioè Kamo‘oalewa 469219.
Parallelamente, uno studio condotto da Raul de la Fuente Marcos dell’Università Complutense di Madrid ha identificato un ulteriore candidato come frammento lunare: 2022 NX1. Questi risultati suggeriscono che il numero di rocce lunari esiliate nel nostro vicinato cosmico potrebbe essere maggiore del previsto. La loro analisi potrebbe rivelare dettagli fondamentali sui processi che modellano i materiali lunari e le dinamiche di collisione nello spazio.
Un aspetto particolarmente intrigante di queste scoperte è la possibilità di risalire ai crateri originari sulla superficie lunare. Ad esempio, gli scienziati hanno ipotizzato che Kamo‘oalewa 469219 possa provenire dal cratere Giordano Bruno: tale connessione potrebbe essere confermata con futuri studi. Questo tipo di ricerche apre una finestra sulla comprensione delle forze che plasmano il nostro sistema solare e alimenta la curiosità del pubblico verso fenomeni spaziali insoliti.
«È gratificante vedere l’interesse della gente verso asteroidi che non rappresentano una minaccia per la Terra», ha osservato Kareta. Mentre le missioni per raccogliere campioni potrebbero essere ancora lontane, l’idea che il cielo sia popolato da frammenti della nostra Luna aggiunge un fascino inaspettato alle meraviglie del cosmo.