SCIENZA

Hanno trovato delle mummie che nessuno si aspettava: scoperto un esemplare unico

Nel bacino del Karoo, in Sudafrica, sono state trovate delle mummie di Lystrosaurus: una scoperta inedita e nuovi indizi sull'estinzione del Triassico

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Fonte: Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology - Roger M. H. Smith

Circa 250 milioni di anni fa nel bacino del Karoo, in Sudafrica, viveva il Lystrosaurus. Un terapside erbivoro che apparteneva al gruppo dei sinapsidi, vale a dire la famiglia di “antenati” degli attuali mammiferi. Robusto, un po’ tozzo e con “due denti da cane” (per questo chiamato anche dicinodonte), il Lystrosaurus per lungo tempo non ha ricevuto molte attenzioni rispetto ai più celebri dinosauri.

La svolta è arrivata con il film Jurassic World – Il dominio uscito proprio nel 2022: qui per la prima volta è stato protagonista e non relegato al ruolo di semplice “comparsa”. Ed è incredibile che, proprio nel momento in cui il Lystrosaurus ha conquistato il successo che non aveva mai avuto, i paleontologi abbiano fatto una scoperta unica: delle mummie praticamente intatte, che ce ne restituiscono un ritratto ancor più fedele di quanto non avessimo già.

Trovate mummie di Lystrosaurus in Sudafrica

La scoperta delle mummie di Lystrosaurus nel bacino sudafricano del Karoo ha dell’incredibile. Da tempo si studia questo terapside risalente al Triassico ed è anche grazie ai suoi resti fossili se è stato possibile elaborare (e dimostrare) la teoria della tettonica a zolle. Fu Edwin H. Colbert a rinvenire gli scheletri sui Monti Transantartici tra il 1969 e il 1970, resti che si aggiunsero a quelli già rinvenuti in India, Cina e Sudafrica, appunto.

Il Lystrosaurus è stato l’erbivoro più diffuso sul Pianeta, sopravvissuto persino alla terribile estinzione di massa di fine Permiano (tra il Carbonifero e il Triassico). Ed è proprio qui che entra in gioco l’importanza delle mummie trovate in Sudafrica: un ritrovamento inaspettato oltre che rarissimo, che mostra dettagli inediti sul terapside che potrebbero aiutare gli studiosi a comprendere come hanno vissuto e affrontato quel periodo di violento cambiamento climatico.

Le mummie risalgono al Triassico inferiore (circa 251 milioni di anni fa), sono ben conservate e “La consistenza dell’impronta della pelle corrobora l’ipotesi che il Lystrosaurus (un parente dei primi mammiferi chiamato sinapside) non avesse corpi squamosi come i rettili o altri parenti primitivi di dinosauri e coccodrilli che vivevano contemporaneamente”, ha affermato la dottoressa Pia Viglietti, paleontologa e ricercatrice del Field Museum of Natural History e co-autrice di Paleogeografia, Paleoclimatologia, Paleoecologia. “Quello che molti hanno ipotizzato è che i sinapsidi avessero probabilmente una spessa ‘pelle’ non dissimile dagli ippopotami o dai rinoceronti, e la consistenza leggermente ‘pustolosa’ della pelle, come descritto nel documento, ne è davvero evocativa”, ha affermato la dottoressa Viglietti.

Il Lystrosaurus e l’estinzione di massa

Il ritrovamento delle mummie di Lystrosaurus mette nelle mani dei paleontologi indizi importanti. La stratificazione del bacino del Karoo, infatti, suggerisce diversi spunti a proposito dell’estinzione di massa del Triassico e soprattutto sul modo in cui il Lystrosaurus, ma anche altre specie, hanno affrontato eventi catastrofici di tale portata.

Le mummie dimostrano, innanzitutto, che in quel periodo le temperature si sono alzate vertiginosamente ed è assolutamente verosimile che il Lystrosaurus sia andato incontro alla sua estinzione proprio per via della desertificazione delle aree in cui viveva. L’analisi istologica conferma che gli esemplari rinvenuti praticamente intatti nel Karoo erano molto giovani, altro dato importante che dimostra come fosse difficile per questi esemplari sopravvivere e raggiungere l’età adulta.

La mancanza di acqua e vegetazione, quindi la fame e l’impossibilità di raggiungere la maturità sessuale sono stati i fattori che hanno determinato la scomparsa del Lystrosaurus in Sudafrica. “Sono interessata a indagare più a fondo sul recupero dall’estinzione di massa – ha concluso la dottoressa Viglietti -, perché questi risultati mostrano quanto tempo ci vuole per riprendersi da un evento di estinzione di massa. Per anni molti hanno pensato che la ripresa fosse abbastanza rapida (vista la diffusione del sinapside in tutto il Pianeta, ndr), ma ciò che questo sito ci dice è che anche il Lystrosaurus ha dovuto davvero lottare nel nuovo imprevedibile mondo del primo Triassico”.

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