SCIENZA

Scoperta una “super-Terra” abbastanza vicina a noi, si trova a soli 137 anni luce

La NASA ha confermato dopo 5 anni l'esistenza di una super Terra, ovvero un pianeta in grado potenzialmene di ospitare la vita, in una zona abitabile di una stella

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Fonte: NASA/JPL-Caltech

Grazie all’utilizzo del telescopio spaziale TESS della NASA, gli scienziati sono stati in grado di scoprire l’esistenza di quella che viene ora definita una “super Terra”. Quest’ultima trova spazio nell’area abitabile della stella TOI-715. Di seguito tutte le informazioni relative a questo corpo celeste, che tanto sta facendo parlare di sé. Potrebbe avere acqua in superficie in forma liquida, così come essere in compagnia di un altro pianeta roccioso, di dimensioni più simili alla nostra Terra.

Una super Terra

Siamo nel cuore della costellazione del Pesce, a una distanza di 137 anni luce dal nostro pianeta. Ecco la zona dello spazio in cui è stata scoperta quella che viene definita una “super Terra”. Si trova nell’area abitabile di una stella madre.

Si parla di super terre, indicando pianeti extrasolari rocciosi, la cui massa è compresa tra 2 e 10 volte quella della nostra casa. Per ovvie ragioni, si considera questi come alcuni dei corpi celesti più interessanti, avendo maggiori chance di ospitare vita aliena. Al tempo stesso, però, d’essere colonizzati dall’uomo in un futuro non troppo lontano.

Occorre però che vi siano le esatte condizioni per la vita per come la conosciamo. La distanza dal sole dev’essere quantomeno accettabile, per evitare che la superficie si riveli troppo fredda o troppo calda. Sotto quest’aspetto si evidenzia il concetto di “zona abitabile” di cui sopra. È qui che è stato individuato il pianeta, con riferimento a TOI-715 b.

Cos’è la zona abitabile

Quando si parla di zona abitabile di una stella, si fa riferimento a quella regione circostante che consente ai pianeti orbitanti di poter ospitare acqua in forma liquida in superficie. Ciò vuol dire che le temperature rientrano in un range che non rende i corpi celesti delle palle infuocate o delle sfere gelide.

Gli esperti chiamano questi pianeti Goldilocks planets, ovvero Riccioli d’oro. La zona abitabile può essere di due tipi, che qui riportiamo:

  • Conservativa – Quando un pianeta resta abitabile per la maggior parte del tempo nell’arco della vita di una stella;
  • Ottimistica – Quando il pianeta risulta abitabile unicamente in un lasso di tempo limitato, tanto ridotto da non consentire l’emersione di forme di vita complesse.

Quando si parla di TOI-715 b, si fa rifermento a una zona abitabile conservativa. Tutto ciò non fa che rendere la rilevazione ancora più interessante. Una scoperta che si poggia su supposizioni di alcuni anni fa. L’ipotesi della sua esistenza era infatti stata avanzata già nel 2019. Oggi, però, grazie ai dati raccolti da TESS, il cacciatore di pianeti della NASA, ne abbiamo la certezza.

Come detto in precedenza, questo esopianeta potrebbe avere al fianco un “fratello” più piccolo, già ribattezzato TOI-715 c. Anch’esso orbita nella zona abitabile della stella, ma al momento non vi è certezza in merito.

Una scoperta chiave

Anche un po’ d’Italia in questa clamorosa scoperta, attribuita a un team di ricerca internazionale. Alla guida c’è un gruppo di scienziati britannici, dell’Università di Birmingham. Questi hanno collaborato con colleghi di vari centri di ricerca. Tra questi anche l’Osservatorio Astronomico di Campo Catino, in Italia.

Uno degli elementi più importanti è rappresentato dal fatto che la stella madre, TOI-715, è una nana rossa di classe M. La sua massa e il raggio sono poco superiori al 20% di quelli del Sole. Stelle di questo tipo sono ben note per essere turbolente. Ciò perché generano devastanti brillamenti, in grado di spazzar via l’atmosfera dei pianeti e trasformarli di colpo in aree sterili per la vita.

Proprio questo potrebbe essere accaduto ai pianeti del sistema TRAPPIST-1, tra i più promettenti in assoluto per capacità di ospitare la vita (ben più vicino a noi di TOI-715.

Da quando la stella è sottoposta all’osservazione scientifica, però, la sua attività non ha destato preoccupazioni. Forse perché ha ormai una “certa età”, stimata intorno ai 6-7 miliardi di anni. Non si esclude un passato turbolento e devastante.

Se ciò dovesse tornare a rappresentare una realtà, però, gli effetti per il pianeta individuato sarebbero devastanti. Basti pensare che è talmente vicino alla stella da completare un’orbita in appena 19 giorni terrestri. Ciò vuol dire che un intero anno dura meno di tre settimane.

Ad oggi gli scienziati non hanno potuto determinare la massa del corpo celeste. Si stima possa essere compresa tra 7 e 2 volte quella della Terra. Si ipotizza anche che sia un mondo oceanico, ovvero totalmente o quasi privo di terra.

Tutto ciò, in termini di colonizzazione, è però materiale appartenente a una differenza generazione umana. Una in grado di viaggiare in maniera più rapida nello spazio. Con le nostre attuali tecnologie, il trasporto umano richiederebbe infatti migliaia di anni.

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