SCIENZA

Trovate 15 nuove specie mai avvistate prima: la scoperta nelle acque profonde

Una scoperta estremamente suggestiva nelle acque più profonde di una riserva marina: un gruppo di ricerca internazionale dello Schmidt Ocean Institute ha avvistato 15 nuove specie marine

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Fonte: Comunicato stampa Schmidt Ocean Institute

Il nostro pianeta è davvero un luogo magico, carico di sorprese che possono nascondersi anche negli spazi più particolari e apparentemente ostili: a dimostrarlo, per esempio, è la recente scoperta di un gruppo di scienziati, che dopo aver analizzato una porzione dell’Oceano Pacifico al largo delle Isole Galápagos ha rilevato ben 15 nuove specie mai registrate prima. Si tratta di creature marine molto particolari, che si sono evolute in un ambiente unico nel suo genere.

Sì, perché le specie in questione vivono e si muovono all’interno di una sorgente idrotermica, prosperando fra camini attivi e bocche sottomarine estremamente produttive, creando un’area ricca di biodiversità in acque geotermicamente riscaldate. Una scoperta davvero stupefacente, dovuta al lavoro di studiosi che per mesi hanno vissuto, raccolto dati e svolto analisi a bordo della nave da ricerca Falkor dello Schmidt Ocean Institute.

La missione nelle Galápagos

Ma come sempre, facciamo un passo indietro per comprendere meglio tutti i passaggi che hanno portato alla scoperta. Intanto, per chi non lo sapesse, lo Schmidt Ocean Institute è una fondazione operativa senza scopo di lucro che da sempre si occupa di ricerche oceanografiche. Una delle particolarità della fondazione è l’uso di strumenti all’avanguardia in grado di  sondare gli oceani in maniera rispettosa e attenta.

La missione nell’Oceano Pacifico, al largo delle Isole Galápagos, si è posta proprio l’obiettivo di usare gli strumenti in questione per conoscere meglio ambienti difficili da esplorare come abissi e acque profonde. Mentre erano impegnati a utilizzarli,  i ricercatori a bordo della Falkor hanno fatto la loro prima scoperta: un campo di ventilazione idrotermale ad alta temperatura che non era stato precedentemente rilevato e che ospita diversi gruppi di camini con ventilazione attiva, alti dai 10 ai 15 metri.

Ribattezzato Tortugas, il campo di ventilazione si estende per più di 600 metri e si trova a ridosso del vulcano sottomarino Los Huellos East. Dopo averlo rilevato, i ricercatori si sono chiesti quali creature vivessero nel profondo ed è per questo che hanno collegato due tecnologie di mappatura ad alta risoluzione a un ROV, usando anche un sonar M3 e un sonar interferometrico ad apertura sintetica.

Le sorgenti e le specie mai viste prima

Queste tecnologie, usate insieme, hanno reso possibile la creazione di mappe altamente dettagliate del fondale marino che hanno permesso agli scienziati di individuare nuove sorgenti idrotermali, caratterizzare le sostanze chimiche che emettono e identificare le creature che vivono su di esse. I ricercatori, come abbiamo già accennato, hanno individuato 15 nuove specie mai documentate prima d’ora, compreso il Monoplacoforo, un suggestivo mollusco ribattezzato “fossile vivente”.

Non solo: i ricercatori hanno anche rintracciato un vivaio di razze Bathyraja Spinosissima, una specie tipica delle acque profonde di cui esiste solo un altro vivaio in Canada. La tecnologia in possesso dei ricercatori, dunque, non solo ha aiutato a identificare le sorgenti ma ha anche fornito preziose informazioni sui cicli di vita degli ecosistemi delle sorgenti idrotermali.

Mappe, tecnologie e nuove conoscenze

«Le mappe finemente dettagliate che abbiamo creato con una tecnologia all’avanguardia – ha detto la dottoressa Jyotika Virmani, direttrice esecutiva dello Schmidt Ocean Institute – sono eccezionali per l’area che coprono e per la complessità del fondale marino che rivelano. Aumentano la conoscenza scientifica della regione, ma sappiamo anche che verranno utilizzate nella gestione delle risorse marine dell’Ecuador. Un passo avanti per combattere i drammi che caratterizzano le acque del nostro pianeta».

Ma non è tutto qui, perché le mappe saranno messe a disposizione dell’intera comunità scientifica, allo scopo di capire qual è il ruolo che in generale i camini idrotermali (sia quelli attivi che quelli inattivi) svolgono per il pianeta e per le comunità animali che vivono su di esse.

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