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SCIENZA

Un'antica nave romana è emersa dagli abissi: la scoperta

Due sommozzatori si sono imbattuti nei resti di una nave mercantile romana: il relitto giaceva sul fondo del mare, insieme al suo prezioso carico di statue, utensili e oggetti d'uso comune

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La storia ce lo insegna: non tutti i tesori che ci raccontano del nostro passato si trovano sulla terraferma. Le profondità del mare hanno nascosto e nascondono ancora preziosissime testimonianze di tempi lontani, come dimostra il ritrovamento di un’antica nave romana che giaceva sui fondali di Cesarea Marittima, città portuale che si trova a circa sessanta chilometri da Tel Aviv, in Israele.

Come spesso capita in questi frangenti, la scoperta è stata frutto di un avvistamento del tutto casuale da parte di non professionisti, che hanno subito segnalato la presenza di oggetti “anomali” adagiati sulla sabbia a diversi metri di profondità e hanno così permesso agli esperti di effettuare tutte le verifiche necessarie.

Il ritrovamento della nave romana

Nello specifico, il merito del ritrovamento dell’antica nave romana va a due sommozzatori, che stavano esplorando le acque profonde a diversi metri di distanza dalla costa di Cesarea Marittima. I due uomini avevano in mente di conoscere e fotografare la fauna marina di quella specifica area e avevano già rimandato un paio di volte l’esplorazione per via di una serie di perturbazioni e temporali, che avevano reso le acque impraticabili, pericolose e agitate.

Incredibilmente, però, proprio il maltempo che per un po’ di tempo ha impedito loro di immergersi è stato ciò che gli ha concesso di ritrovarsi davanti un vero e proprio tesoro archeologico. Sì, perché per via delle onde violente provocate dal vento la sabbia aveva cambiato assetto e anche una serie di grosse rocce si è spostata, rivelando prima alcuni vasi in argilla, ancora integri, e poi dei pesanti oggetti in bronzo.

Un tesoro sul fondo del mare

A quel punto, per i due esploratori marini è stato chiaro che il fondale nascondesse molto più di quanto loro, con i propri mezzi da amatori, potevano in effetti scoprire. Una volta annotata la posizione dei primi ritrovamenti hanno allertato l’Israel Antiquities Authority (ovvero l’ente governativo israeliano che tutela le antichità e i siti archeologici del Paese). L’ente ha subito fatto scendere in campo i suoi esperti di recuperi in mare, che una volta arrivati sul posto hanno subito capito cosa avevano davanti.

Si trattava (e si tratta) di una nave merci d’epoca romana, probabilmente destinata al riciclaggio dei metalli. Infatti, analizzando approfonditamente il sito, sono stati rinvenuti bracieri e vassoi di piombo, rottami metallici, statue bronzee danneggiate e pezzi di ancore. La collocazione dei resti della nave e del suo carico indicano che probabilmente l’imbarcazione ebbe un problema all’ingresso del porto e che i marinai non furono in grado di gestire la situazione.

Storie antiche e affascinanti

Secondo gli archeologi dell’Israel Antiquities Authority, la nave è di fondamentale importanza perché gran parte di ciò che trasportava è rimasto integro. Una delle cose più interessanti sono i vasi di argilla che contengono ancora oggi dei resti di fuliggine, cosa che, secondo gli esperti, dimostra che questa nave potrebbe aver avuto a bordo una sorta di cucina e probabilmente anche un forno, che veniva usato dai marinai per scaldare l’acqua e cucinare i pasti.

Proprio per la presenza probabile della cucina, gli archeologi non escludono che l’imbarcazione possa essere stata vittima di un incendio, divenuto velocemente inarrestabile. Mentre ancora si fanno ipotesi, comunque, tutti gli oggetti che a lungo sono rimasti sul fondo del mare sono stati messi in salvo e sono entrati a far parte della già ricca collezione di oggetti archeologici sottomarini di Cesarea.

 

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